Famiglia: Slokar (Lega), pdl a sostegno e tutela dei padri separati

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Adozione - infanzia - bambini - genitori - famiglia Foto Romano Magrone. Archivio Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento

Trieste – “Su 4 milioni di separati, 800mila uomini sono sulla soglia della povertà: piange il cuore sapere che non sempre riescono a consumare due pasti al giorno e che molti di loro si trovano costretti a dormire in macchina o nei campeggi”.

Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Danilo Slokar (Lega), primo firmatario di una proposta di legge sul tema delle norme a tutela dei padri in situazioni di difficoltà economico-sociale che ha l’obiettivo di “porre attenzione e almeno parziale rimedio a un problema sociale spesso sottaciuto, ma che emerge sempre più sensibilmente anche a causa della pandemia. A tale proposito, la Lega ritiene doveroso un intervento incisivo e sistematico, diretto non solo a rivalutare e a tutelare la figura del padre separato, ma quella di tutti i genitori rimasti soli”.

“La proposta di legge – aggiunge l’esponente del Carroccio – riconosce il principio del mantenimento di un rapporto equilibrato e continuativo dei figli con entrambi i genitori, anche dopo la separazione dei coniugi. Inoltre, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, solidarietà ed equità economica, definisce gli interventi di sostegno e tutela delle famiglie monoparentali. In particolare a favore dei padri soli, separati o divorziati, in condizioni di difficoltà economico-sociale, al fine di garantire la centralità del loro ruolo nella vita dei figli, il proseguimento di un’esistenza dignitosa e il recupero dell’autonomia abitativa”.

“I padri separati, spesso, devono lavorare per mantenere due famiglie, quando lo stipendio non è sufficiente – evidenzia Slokar – nemmeno per mantenerne una. Basti pensare che, dopo aver acceso un mutuo per la casa dove avevano vissuto con la famiglia, costretti ad abbandonarla da una sentenza che la assegna alla moglie, continuano a pagarne il mutuo, oltre all’affitto della camera dove vivono. Al disagio abitativo si affianca spesso il disagio sociale, oltre a serie ripercussioni che queste crisi familiari hanno sul rapporto con i figli, non sapendo come gestirli e non avendo le possibilità economiche per dedicarsi alla loro cura”.

“Problematiche familiari, sociali ed economiche che, purtroppo, interessano sempre più anche i cittadini della nostra regione. Problemi che vengono aggravati – conclude la nota leghista – dalla tendenza degli uomini a non essere consapevoli delle problematiche emotive, psicologiche e sociali relative al divorzio, rendendoli più esposti a malattie cardiovascolari, ipertensione e ictus, nonché a un aumento della predisposizione alla depressione, circa 10 volte maggiore rispetto agli uomini sposati, all’abuso di sostanze e al suicidio con un rischio di 10 volte maggiore rispetto alle donne”.