I Riders e i nuovi servizi urbani ancora senza regole

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L’azione della Procura di Milano sui riders è dirompente ed entra a gamba tesa su un sistema visibile a tutti, da diversi anni, e non affrontato dal legislatore e dalla politica, con poche e lodevoli eccezioni che hanno posto il tema di coniugare innovazione e diritti.
Non è l’unico, soprattutto visto dall’osservatorio delle città. Certo i riders sono il fenomeno più critico, anche per i numeri con la possibilità di regolarizzare oltre 60mila lavoratori, ma tutti i temi della logistica hanno questioni similari, così come i servizi alla “uber” son rimasti nelle maglie di leggi vecchie e di scarse tutele, per certi versi cose simili sono accadute con gli affitti brevi.
Sono tematiche che la politica ha sepolto. Dove le regole erano stringenti, questi servizi son stati soffocati sul nascere, dove invece non vi era una regolamentazione tutto è stato possibile, anche quello che non dovrebbe essere tollerabile.
Una delle poche eccezioni l’abbiamo gestita a Milano, inquadrando le regole del car sharing free floating e stabilendo una modalità di lavoro che è stata ricopiata da tutte le altre città consentendo di aprire nuovi servizi nelle regole. Lì però è stato possibile perchè abbiamo potuto muoverci in un vuoto legislativo e il tema riguardava l’innovazione di servizi senza influenzare i diritti del lavoro, in altri campi purtroppo la competenza è proprio solo nazionale e quindi è difficile fare altro che tavoli di lavoro ad adesione volontaristica, come peraltro il Comune di Milano
sui riders ha fatto grazie a Cristina Tajani
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Quando però non interviene la politica ad innovare le norme vige appunto la regola della giungla oppure alla fine arrivano i tribunali, con misure molto drastiche.
Ora la palla torna alla politica per i riders, e sarà una delle tante sfide che dovrà affrontare il Ministro Andrea Orlando
cui auguro buon lavoro, ma restano sul tavolo anche le altre novità di servizi di cui ho parlato prima che, se non affrontate dalla politica, rischiano progressivamente di essere lasciate ai tribunali.
E alla fine normare positivamente questi temi, che sono diritti, sviluppo urbano, innovazione è una sfida importante tanto quanto spendere bene le risorse del Recovery fund.