Ingeriamo cinque grammi di plastica a settimana e nessuno può farne a meno

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E’ quanto è emerso in un rapporto commissionato dal WWF all’Università di Newcastle (Australia) e pubblicato martedì. Una raccolta di 50 studi condotti sull’ingestione umana di materie plastiche, ha rilevato che ogni uomo dovrebbe ingerire circa 2.000 micro-parti e particelle ogni settimana, circa 250 grammi all’anno.

Gli studi hanno precedentemente dimostrato che gli esseri umani ingeriscono e respirano una massa di particelle di plastica ogni anno, ma la sfida per i ricercatori australiani è stata quella di soppesare il loro peso.

“Man mano che cresce la consapevolezza sull’esistenza di microplastiche e sul loro impatto sull’ambiente, questo studio fornisce per la prima volta un calcolo accurato dei tassi di assunzione”, – ha dichiarato Thava Palanisami, professore all’Università di Newcastle. “Questo studio aiuterà a identificare i potenziali rischi tossicologici per gli esseri umani”.

La prima fonte della plastica ingoiata è l’acqua, soprattutto se imbottigliata. Gli altri prodotti di consumo analizzati, pesce, birra e sale contengono il tasso più alto.

Secondo uno studio canadese pubblicato il 5 giugno, un adulto ingerisce fino a 52.000 micro-particelle di plastica all’anno, più altri 90.000 se beve solo acqua in bottiglia, 4.000 se si accontenta dell’acqua di rubinetto.

E se prendiamo in considerazione l’inquinamento atmosferico, e quindi l’inalazione, questa cifra sale a 121.000 – Stando ad uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, queste stime variano a seconda delle modalità e del luogo di vita,

Per il WWF “è un campanello d’allarme per i governi: le materie plastiche non inquinano solo i nostri fiumi e gli oceani, non uccidono solo la vita marina, ma sono in tutti noi”, – ha affermato Marco Lambertini, direttore generale del WWF International.

“Mentre la ricerca sta studiando i potenziali effetti negativi della plastica sulla salute umana, è chiaro che si tratta di un problema globale che può essere risolto solo se affrontiamo le radici dell’inquinamento: se non vogliamo la plastica nel nostro corpo, dobbiamo fermare i milioni di tonnellate che si continua a riversare in natura ogni anno “, – ha aggiunto.

Lambertini ha chiesto l’intervento attivo “a livello di governi, imprese, consumatori” per la stesura un “trattato globale” contro l’inquinamento oceanico, con obiettivi nazionali.

Le microplastiche, dal degrado di prodotti vari come indumenti sintetici, pneumatici, lenti a contatto e altro, ora si trovano ovunque sul pianeta, sui più alti ghiacciai così come nei mari. Lo studio universitario, riporta una quantità considerevole di microplastiche in una serie di cibi e bevande comun