La dieta vegetariana è un fenomeno dei giorni nostri?

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Tutt’altro! È vecchia quanto il teorema di Pitagora (570 a.C. –495 a.C.) o forse molto di più, certamente antica quanto l’uomo.
Si ritorna sempre lì… Firenze, Palazzo Pitti, l’Oltrarno fiorentino, Pietro Leopoldo ( il primo ad abolire la pena di morte!), i suoi sedici figli, il Settecento, la frutta e la verdura della collina di Boboli.
Proprio in Toscana si era diffuso il “ Vitto Pitagorico” del medico Antonio Cocchi (1743), un testo ispirato alle teorie del filosofo e matematico Pitagora, secondo il quale una dieta vegetariana consentiva una salute vigorosa nel corpo e nella mente.
Le teorie di Cocchi ( non senza detrattori) incontrarono un ampio consenso nel ‘700, al punto da diffondere una nuova consapevolezza nel secolo in cui il primato delle leggi di natura avrebbe condizionato anche le abitudini alimentari.
Alle sue teorie faceva esplicito riferimento il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau, autore dell’Emilio (1762), quando scriveva: “Riformate le regole della vostra cucina, non usate né umidi né frittura”.
Idee che avevano persuaso anche Pietro Leopoldo nella crescita della sua prole principesca.
I suoi figli vennero quindi allevati secondo i nuovi indirizzi delle neonate “scienze nutrizionali”, perché è proprio attraverso il cibo che il corpo cresce, si fa robusto e si prepara alla vita.
I bambini a Pitti seguivano una dieta molto precisa alla “façon allemande”, alla severa maniera asburgica.
Dopo la nascita prendevano il latte di balie “nutrite semplicemente con molte verdure, frutta e mai paste, cose zuccherate, né cose forti, caffè, etc”.
L’allattamento al seno terminava quando i bambini compivano 15 mesi.
La cura del corpo e la libertà di movimento era fondamentale.
Si era dismessa anche a Palazzo Pitti la terribile pratica della fasciatura degli infanti, che impediva ai ” bimbi in fasce” di muovere le braccia.
L’attività all’aria aperta era tenuta di gran conto: niente di meglio del Giardino di Boboli con i suoi spazi verdi.
Tutto questo per dirvi che Palazzo Pitti non è soltanto una Galleria d’arte ( di fatto ne contiene più di una), ma una reggia tutta da vivere.
William Berczy, Ritratto della famiglia Granducale, 1781, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti.
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