L’Oms ha avvertito i Paesi africani: “Preparatevi”

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Fata and her baby Fatimata work in a garden that Oxfam supported in the village of Intedeyne March 14, 2007. In this arid landscape, it requires a lot of work to maintain any kind of agriculture but it is one of the projects along with education that Oxfam is supporting here. Mali has the highest percentage of people living below the poverty line in any country in the world. Ninety percent of Malians survive on less than two dollars a day.

Con 850 contagiati e 20 morti, l’Africa è il continente meno colpito dalla pandemia di Covid-19, ma di fronte alla rapida avanzata del virus l’Oms chiede ai governi di prepararsi: in una settimana è sestuplicato il numero di casi confermati. “Il miglior consiglio da dare all’Africa è quello di prepararsi al peggio e prepararsi sin da oggi” ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Al momento i paesi africani coinvolti sono 30 su 54 e in molti casi ad ammalarsi di nuovo coronavirus sono stranieri arrivati sul continente oppure locali di ritorno da Francia, Italia, Gb, Usa, Cina e Giappone. Le situazioni peggiori si registrano in Egitto, con 210 casi e 7 morti, in Sudafrica con 205 contagi e Nigeria, a quota 120 ammalati.

Non se la passano bene neanche l’Algeria, dove 9 pazienti sono deceduti oltre a 90 contagiati, la Tunisia con 39 positivi e la prima vittima, una donna di 72 anni trasferita da Sousse e morta in ospedale. A contare le vittime sono anche Marocco (2), Sudan (1) e Burkina Faso (1).

Di coronavirus è morto anche la leggenda della musica congolese, Aurlus Mabele, noto come il ‘re dei soukous’, che si è spento il giorno stesso in cui è stato ricoverato. Contagi vengono segnalati da Guinea – che andrà alle urne domenica nonostante l’epidemia e le violenze politiche – Ciad, Niger, Togo (1), Kenya (7), Repubblica democratica del Congo (18), Tanzania (5), tra cui il popolare rapper Mwana FA, e Burkina Faso (27).

In materia di restrizioni e chiusure di scuole e altre attività i paesi africani si stanno muovendo in ordine sparso. Non mancano scene di panico delle popolazioni che prendono d’assalto mercati e supermercati, e la diffusione di fake news sui social. Tra le storie più curiose, la sospensione di un pastore a Neru, nel Kenya centrale: Nathan Kirimi, ha detto ai fedeli che il coronavirus è un “inganno” e che lavarsi le mani è “ridicolo”.

Sempre in Kenya il presidente cattolico Uhuru Kenyatta ha indetto per domani una giornata nazionale di preghiera, da casa, per chiedere protezione dal coronavirus. Nello stesso paese, un leader dell’opposizione, Moses Wetangula, ha chiesto al governo di rendere nota l’identità dei pazienti positivi per poter rintracciare più velocemente eventuali contatti. Una proposta sostenuta da molti keniani sui social. Desta particolare preoccupazione la situazione del Sudafrica, per la rapida progressione del nuovo coronavirus – 55 casi in più in 24 ore – passati da 150 a 202. Il ministro della Salute Zweli Mkhize ha avvertito che secondo le stime la malattia potrebbe contagiare “fino al 60% della popolazione” e che il 24% rischia sintomi severi.

Apprensione anche per la situazione creatasi nel porto di Città del Capo (sud-ovest) dove 1.700 persone sono bloccate da giorni su una nave da crociera, ma finora nessuna è risultata positiva; presto potrebbero essere sbarcate. E per arginare le fake news il governo di Pretoria sanzionerà penalmente i colpevoli di disinformazione. Un provvedimento criticato dal comitato dei difensori dei giornalistici che teme censure e condanne ingiustificate.

In Zimbabwe, che al momento non ha casi di Covid-19, il presidente Emmerson Mnangagwa ha ordinato la chiusura di scuole, licei e università fino al 24 marzo; altri 14 paesi hanno già preso lo stesso provvedimento. A vietare l’ingresso sul proprio territorio nazionale al momento sono Algeria, Ghana, Mauritania, Kenya, Mauritius e Uganda. Chiusura totale dei confini invece in Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Sudafrica e Tunisia.

Raduni e celebrazioni religiose sono proibite in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Etiopia, Libia, Mali, Marocco, Mozambico, Niger, Senegal, Somalia, Tunisia e Zambia. Ma in molti paesi africani, negli affollati mezzi di trasporto pubblici e nelle baraccopoli è pressoché impossibile rispettare la distanza di sicurezza di un metro, oltre al fatto che le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. Cancellate o vietate tutte le manifestazioni culturali e gli eventi sportivi, a cominciare dal Campionato di calcio delle nazioni d’Africa, in agenda per aprile in Camerun.

In Ghana l’ordine dei farmacisti ha messo in guardia la popolazione dall’uso di bevande alcoliche come disinfettanti. In mancanza di gel idroalcolici molti si disinfettano le mani con il gin prodotto localmente, l’akpeteshie, che contiene 100% di alcool.