L’ultima occasione del Movimento

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Ormai quello che resta del 4 marzo sopravvive per un soffio. Il vecchio regime partitocratico ha fallito l’ennesima spallata restauratrice, ma la fiducia striminzita ed inquinata ottenuta al Senato rende tutto più precario. Siamo davvero all’ultima occasione e il Movimento la deve sfruttare al massimo se non vuole dissolversi per sempre. Siamo in piena emergenza sanitaria ed economica e c’è da sfornare il Recovery ma se il Movimento non troverà energie anche per occuparsi di se stesso potremmo essere davvero ai titoli di coda. Negli ultimi scampoli di questa drammatica legislatura il Movimento deve innanzitutto tirare fuori le unghie e strappare altre bandiere. Tipo il ritiro delle concessioni autostradali, tipo il conflitto d’interessi o altri bocconi indigesti alla vecchia partitocrazia. I risultati ottenuti finora non hanno frenato il crollo dei consensi, ma rimane la soddisfazione per le riforme compiute e i bilanci si fanno alla fine. Milioni di elettori a 5 stelle non sono approdati altrove ma attendono nell’ombra e quando saranno chiamati alle urne per le politiche valuteranno fatti e comportamenti e si renderanno conto di non avere alternative. O tornano a votare gli avanzi della vecchia partitocrazia oppure faranno il bis. Ma bisognerà stanarli. Per riuscirci il Movimento dovrà finalmente reagire alla montagna d’infamità sotto cui sta soffocando. Sono anni che gli attivisti lo ripeto invano, senza una comunicazione adeguata una forza politica perisce. E questo soprattutto in un paese come il nostro in cui la stampa è in mano alle lobby nemiche del Movimento. Urge un’operazione verità sugli anni del Movimento al potere. Basta col paradosso che l’unica forza politica che ha idee innovative e valori e risultati da vantare è anche l’unica che non ha voce. Urge poi che gli Stati Generali partoriscano frutti all’altezza della lunga attesa e della gravità della crisi di consensi. Urgono nuove stelle a cui tendere. Urgono nuove leve. L’inerzia e la titubanza sono devastanti in un periodo di rapidi sconvolgimenti. Ma dal 4 marzo ad oggi è cambiato anche lo scenario politico generale e il Movimento deve tenerne conto. Il Movimento nasce post-ideologico, destra e sinistra erano diventate la stessa cosa e cioè protesi delle lobby neoliberiste. Oggi però la destra è tornata e più retrograda ed estremista di prima. Negli ultimi anni le inchieste giornalistiche hanno rivelato il pericoloso sottobosco che ribolle dietro al sovranismo. Da casa nostra fino al duo Trump-Bannon, da Bolsonaro fino a Putin. Per storia e valori è impensabile che il Movimento si possa alleare in futuro con fanatici e bigotti e neofascisti assortiti camuffati da sovranisti. Il campo del Movimento quindi si restringe. Altra novità politica tutta italiana è la definitiva rottamazione del renzismo. Il Pd rimane in mano alla solita manciata di poltronosauri, ha enormi responsabilità sulla deriva neoliberista degli ultimi decenni, è molle e senza idee, ma derenzizzato e con l’estremizzazione delle destre, l’attuale maggioranza di governo potrebbe essere l’unica possibile anche nei prossimi anni. Il Movimento deve rimanere indipendente ma visto il suo ridimensionamento, difficilmente potrà essere autonomo. Per questo gli ultimi scampoli di legislatura sono un’occasione per rinsaldare un fronte anti-sovranista sotto la leadership di Giuseppe Conte. Ieri come oggi il Movimento ha tutti contro. L’obiettivo dei resti della vecchia partitocrazia, delle lobby e della stampa al seguito è levarselo dai piedi e ricominciare come se nulla fosse. Ma le istanze del 4 marzo erano e sono ancora sacrosante e torneranno a riemergere finché non troveranno una risposta politica adeguata. Il Movimento ha quindi ancora molto terreno fertile da arare. Il Movimento ha fatto molto nonostante la forzata cooperazione coi vecchi partiti e nonostante i clamorosi tradimenti, ma molto rimane ancora da fare. E dato che reali alternative politiche non sono emerse sulla scena, il destino del Movimento è ancora nelle sue mani. Se non sprecherà questa ultima occasione di governo e strapperà altre clamorose bandiere, se si doterà finalmente di una comunicazione degna ristabilendo la verità storica degli ultimi anni, se gli Stati Generali lanceranno nuove stelle e nuove leve e se si schiererà saldamente contro la pericolosa deriva sovranista, il Movimento riuscirà non solo a sopravvivere ma anche a scrivere altre pagine importanti nella storia del nostro paese.                                                                                                                             (Tommaso Merlo)