MASSONERIA DEVIATA E ‘NDRANGHETA

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pignedoli
Nel processo “Rinascita Scott” che si sta celebrando contro la ‘ndrangheta a Lamezia Terme con 325 imputati, emerge il ruolo di primo piano ricoperto dalla massoneria. Viene disegnata una nuova geografia, fatta di logge massoniche deviate che punteggiano tutta la Calabria e facilitano le interazioni tra ‘ndrangheta, politica e l’imprenditoria. In questo processo contro le mafie, secondo per mole solo al maxiprocesso di Palermo, ci sono 58 collaboratori di giustizia che stanno parlando e svelando alcune di queste relazioni, come scrive Gianluigi Nuzzi in un circostanziato articolo apparso oggi sulla “Stampa”.
Vibo Valentia è il centro della massoneria, sia legale che deviata, dove su 18 maschi maggiorenni uno è massone. A Vibo logge riconosciute (Carducci, Monteleone, Murat e Benedetto Musolino) sono affiancate da quelle coperte (Erbert, san Mango d’Aquino, Petrolo) e stando a intercettazioni e pentiti a volte si interconnettono.
Logge non segnalate alla prefettura frequentate da personaggi che ricoprono cariche istituzionali, i cosiddetti “sussurrati all’orecchio”, e i “sacrati sulla spada”, con precedenti penali, anche ‘ndranghetisti.

A Crotone esisteva la loggia Pitagora guidata da un esponente di spicco della ‘ndrangheta di Belvedere Spinello. I rapporti stretti con la massoneria sono stati confermati da intercettazioni al potente boss Nicolino Grande Aracri, che tesseva le fila anche della ‘ndrangheta emiliana.