” MONDO DI MEZZO”

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In questi giorni stiamo assistendo a tentativi neanche troppo celati di riabilitare Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative rosse, già condannato per truffa e omicidio volontario e poi condannato per associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta “mondo di mezzo”.

Ieri, per la seconda settimana di seguito gli è stata offerta una vetrina in prima serata da chi si propone come futuro sindaco di Roma (forse sta formando la sua squadra di governo?) e qualche giorno fa è comparsa una sua intervista su un quotidiano che si autodefinisce “liberista e garantista” in cui lamenta che a seguito dell’arresto, la sua fortunata Coop 29 Giugno sarebbe fallita a causa di una cattiva gestione ad opera degli amministratori giudiziari.

C’è un gran bisogno di verità e di chiarezza in questo mondo, ma soprattutto c’è un gran bisogno di informazione. Si vuole tentare di far passare il Signor Buzzi come un perseguitato, come un grande imprenditore fallito a causa di un accanimento giudiziario. Ebbene, si dimentica di dire che Buzzi è un criminale, già oggetto di una sentenza di condanna per truffa e omicidio (ha ammazzato una persona con 34 coltellate) e nuovamente condannato dalla Cassazione nell’ambito dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”.

Quella Sentenza ha sì escluso il carattere mafioso dell’associazione contestata agli imputati, ma ha riaffermato l’esistenza, già ritenuta nel processo di primo grado, «di due distinte associazioni per delinquere semplici: l’una dedita prevalentemente a reati di estorsione, l’altra facente capo a Buzzi e Carminati, impegnata in una continua attività di corruzione nei confronti di funzionari e politici gravitanti nell’amministrazione comunale romana ovvero in enti a questa collegati».

È stato accertato «un fenomeno di collusione generalizzata, diffusa e sistemica, il cui fulcro era costituito dall’associazione criminosa che gestiva gli interessi delle cooperative di Buzzi attraverso meccanismi di spartizione nella gestione degli appalti del Comune di Roma e degli enti che a questo facevano capo. Ciò ha portato alla svalutazione del pubblico interesse, sacrificato a logiche di accaparramento a vantaggio di privati. Il quadro complessivo riporta un ‘sistema’ gravemente inquinato, non dalla paura, ma dal mercimonio della pubblica funzione. Una parte dell’amministrazione comunale si è di fatto ‘consegnata’ agli interessi del gruppo criminale che ha trovato un terreno fertile da coltivare».

«I fatti ‘raccontano’ anche di imprenditori che hanno accettato una logica professata da Buzzi e dai suoi sodali, basata sugli accordi corruttivi, intercorsi tra funzionari pubblici e imprenditori, convergenti verso reciproci vantaggi economici. In questo modo si è limitata la libera concorrenza e ciò è avvenuto attraverso forme di corruzione sistematica (…)».

Ecco, sorvolando sui messaggi subliminali che in queste settimane il sistema di informazione tenta di trasmettere ai cittadini, e soprattutto ai romani che tra pochi mesi entreranno nel vivo della campagna elettorale per le amministrative, vorrei chiedere al Signor Buzzi se conosce il significato del rispetto del principio della libera concorrenza. Vorrei chiedergli se i suoi affari sarebbero stati altrettanto fruttuosi e se i suoi fatturati sarebbero stati così fiorenti se non avesse corrotto quasi tutti i funzionari con cui è entrato in contatto per assegnargli gli appalti.

Benvenuto nel mondo reale Signor Buzzi, il mondo degli imprenditori onesti che concorrono in condizioni di parità con gli altri e il mondo degli amministratori onesti, che lavorano nell’interesse pubblico.

Vittoria Baldino M5S