Non ha mai voluto parlare di quei giorni terribili

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Della malattia, della morte della mamma, del senso della vita che è cambiato, del ripensamento delle sue scelte personali.

Oggi, dopo sei mesi, per la prima volta, Piero Chiambretti racconta a Silvia Toffanin che conduce Verissimo cos’è il maledetto Covid. Ed è la storia di un figlio, di un uomo, uomo prima che grande artista, che ha sempre messo al primo posto la vita, gli affetti. Un uomo ferito, ferito nel cuore, ferito negli occhi.

Ferito da quel maledetto virus che i covidioti ritengono pura invenzione. Lui ce l’ha fatta, anche se quelle cicatrici non si rimargineranno mai. La sua adorata mamma, quella ragazza madre che a vent’anni sentì il suo primo vagito, purtroppo no. Felicita, poetessa e autrice di canzoni, non è riuscita a battere il Covid. In quella terapia intensiva dove anche lui era ricoverato, l’ha vista soffrire e morire.

Mi ha emozionato ancora una volta, Piero. Il racconto di quei giorni che hanno preceduto la morte della madre sono un viaggio nel dolore improvviso e inaspettato. Mi hanno colpito le sue parole, senza filtri, che non hanno paura degli occhi che si bagnano mentre parla della poetessa morta proprio nella giornata internazionale della poesia.

Felicita ha scritto il suo miglior verso il 21 marzo: la guarigione del figlio la notte stessa in cui è morta. Piero ritornerà in tv il 21 settembre con Tiki Taka. Il 21, lo stesso giorno, sei mesi dopo.

Giocherà la sua partita migliore, non ho dubbi. E noi, Piero, saremo tutti a fare il tifo per te!

Davide Faraone