Non tutti i funghi finiscono in padella

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Lo sapevate che non tutti i funghi finiscono in padella?
Infatti, oltre a quelli che siamo abituati a vedere nei boschi o sulla nostre tavole, ci sono una serie di funghi, considerati anch’essi alimenti, che vengono utilizzati per curare e prevenire diverse malattie e disturbi, i cosiddetti “funghi officinali”.
Il primo del quale faremo conoscenza è l’Hericium erinaceus, la cui forma particolare ricorda la criniera di un leone o un anemone di mare; di colore bianco è originario del Nord America (infatti i nativi americani lo utilizzavano in polvere per cicatrizzare le ferite) e in Asia dove viene utilizzato da millenni per curare le patologie del tratto gastro-intestinale.
Principalmente da noi viene utilizzato per curare e migliorare la funzionalità gastrica, per supportare la rigenerazione della mucosa gastro-intestinale, per migliorare le funzioni cognitive e favorire la rigenerazione neuronale. In ultimo migliora la qualità del sonno e la gestione dello stress.
Poiché negli ultimi approfondimenti abbiamo affrontato le costituzioni omeopatiche, diremo che questo tipo di fungo medicinale sostiene principalmente la costituzione Sulfurica, quindi adatto per tutti quei soggetti che tendono a somatizzare lo stress a livello gastro-intestinale con manifestazioni di digestione difficili, gastriti, reflusso e ulcere. Dal punto di vista psicologico è particolarmente indicato nei casi di pensieri ricorrenti.
Viene giustamente considerato il fungo che cura e sostiene i due cervelli: quello posto all’interno della scatola cranica e quello che domina le nostre viscere (talvolta il predominante!!!).
Infine, vale la pena ricordare che recenti studi hanno evidenziato l’impiego dell’Hericium con effetti decisamente positivi in caso di malattie neurodegenerative quali la demenza senile, il morbo di Alzheimer e di Parkinson.

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