PLASMA IPERIMMUNE, DIVERSE REGIONI PRONTE. E IL MOLISE?

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In attesa degli agognati vaccini per il Covid-19, sappiamo che al momento non esiste una cura definitiva per il virus, ma solo terapie sperimentali. Tra queste spicca quella basata sull’utilizzo del plasma iperimmune, quello cioè prelevato dai pazienti guariti che hanno sviluppato gli anticorpi.

I punti di forza della terapia sono molteplici:

• è a ‘basso rischio’;
• consente un’immediata regressione della malattia ed una rapida stabilizzazione dei pazienti;
• decongestiona gli ospedali, riducendo il ricorso alle terapie intensive;
• non richiede investimenti ulteriori, basta organizzare i Centri trasfusionali.

I primi ospedali a farne uso in Italia sono stati quelli lombardi, dove si è riscontrata una netta diminuzione del tasso di mortalità (da una media del 13-20% ad una del 6%). Toscana, Umbria, Lazio, Basilicata e Campania hanno poi avviato la sperimentazione. Mentre la Regione Veneto ha creato una banca del plasma, sono circa 80 i centri registrati a livello nazionale per la sua raccolta. Ma solo 21 sono stati già attivati e 14 stanno prelevando plasma dai soggetti guariti dal Covid.

Per l’utilizzo del plasma non sono necessarie strumentazioni particolari, ma basta ciò che è già in dotazione nei centri trasfusionali. Per questo, con un’interrogazione abbiamo chiesto al presidente Toma se la Regione Molise abbia attivato specifici percorsi per il prelievo e la somministrazione di plasma iperimmune, per l’eventuale utilizzo nella cura dei pazienti affetti da Covid.

Non è una panacea contro il virus, sia chiaro, ma credo sia opportuno che i molisani vengano informati sulla possibilità di utilizzo di questa terapia anche nella nostra regione. Qualora servisse a salvare una sola vita, sarebbe già un ottimo risultato.

La Regione Molise ha il dovere di non trascurare nessuna ipotesi se in gioco è la vita dei suoi cittadini. Non può, nel dubbio, restare mani in mano.

Angelo Primiani