Presidente Emiliano, c’era una volta una bella parola

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Raccontava un modo di essere e di fare politica in cui io mi sono riconosciuto e ancor oggi mi riconosco. Questa parola mi è venuta in mente trascorrendo qualche giornata in Puglia per sostenere Ivan Scalfarotto, il mio amico Ivan.

Questa parola è “alterità”. Alterità non è solo “diversità”, che è già cosa abbastanza importante in politica per sfuggire a quella idea, spesso azzeccata, che i politici sono tutti uguali, sono la stessa cosa, che uno vale l’altro. Alterità è soprattutto “andare oltre”, “essere altra cosa”, “pensare altrimenti”, percorrere “altre strade”.

Ecco, toccando la terra di Puglia e girando con Ivan, mi sono reso conto di quanto sia importante oggi dimostrare ai cittadini che c’è una politica “altra” che ha una identità precisa, il riformismo, uno stile inconfondibile, il buongoverno, che non si confonde, non si mescola in quella marmellata populista nella quale le differenze si annullano e tutti diventano un’unica cosa, sostanza inodore, incolore, insapore.

In Puglia Ivan è l’espressione migliore di questa alterità. E lo è rispetto a lei, presidente Emiliano, che ha dimostrato durante tutto il corso della consiliatura e sta dimostrando in questi ultimi giorni di campagna elettorale, la sua vera natura.

Uno che ha fatto del populismo una bandiera, che ha cancellato dal suo vocabolario quella parola “alterità” che è stata la parola d’ordine per un popolo riformista, popolare e progressista, facendo ad un certo punto come fan tutti e quindi assumendo una valanga di precari a una settimana dal voto, distribuendo bonus a chi si sposa, trasformando enti e carrozzoni regionali in comitati elettorali, imbarcando camerati, assumendo consulenti, collaboratori amministrativi nella sanità… e così via.

Badate bene, ciò che mi scandalizza di più, e qui sta il senso del mio ragionamento sull’alterità, non è tanto la campagna elettorale giocata con i soldi a pioggia, ma il modello che ci sta alla base. Che è l’idea populista dell’assistenzialismo, di mamma Regione che non offre a tutti l’opportunità del Lavoro Vero ma dà ad alcuni un posto di lavoro. L’idea secondo cui la Sanità non è al servizio dei cittadini ma al servizio dei politici. Che non c’è altra strada per aver consenso.

“Diffidate, diffidate del politico che vi fa un piacere. Il politico che vi fa un piacere non è generoso. Il politico che vi fa un piacere è come lo spacciatore che vi dà la prima dose gratis. Perché quando la politica vi fa un piacere rovescia il meccanismo istituzionale e democratico, perché da quel momento in poi non è più l’elettore a controllare il politico ma il politico a controllare l’elettore”, ha detto Ivan.

Ecco, questo è Ivan Scalfarotto, altra storia, noi siamo altra cosa e domenica e lunedì gli elettori dovranno scegliere tra chi, come Emiliano ha scelto di essere uguale a Fitto e chi come Ivan ha deciso di indicare un’altra via alla sua Puglia, battendosi per andare oltre. Oltre.