Rifiuti: Cgil Perugia, guai a mettere il carro davanti ai buoi

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La Camera del Lavoro di Perugia esprime forti preoccupazioni sulle implicazioni che potrebbero determinarsi sul territorio provinciale rispetto alle prime scelte che emergono dagli atti della giunta regionale dell’Umbria in materia di rifiuti. “É fondamentale garantire in questo ambito il primato del ruolo pubblico nella gestione e nell’indirizzo delle scelte – scrive il sindacato – e serve maggiore partecipazione e coinvolgimento degli attori sociali e delle comunità locali, in particolare quelle maggiormente coinvolte, affinché un tema così complesso, ma anche fortemente strategico rispetto agli indirizzi di sostenibilità che dovranno guidare tutte le scelte politiche di programmazione per il futuro, sia affrontato con trasparenza e la giusta consapevolezza dei cittadini”.
“Per questo – afferma ancora la Cgil di Perugia – apprezziamo che il vice presidente della giunta regionale Roberto Morroni abbia risposto alla nostra richiesta di incontro sul tema, convocandoci il giorno 26 febbraio (meglio tardi che mai), dandoci la possibilità di discutere e di portare le nostre proposte per svolgere al meglio il nostro ruolo di rappresentanza”.
Per la Cgil, quella del 26 febbraio sarà l’occasione per riprendere in modo corretto il giusto ordine della discussione, “partendo dalle premesse e analizzando tutti gli aspetti, evitando di mettere il carro davanti ai buoi”.
“Sappiamo infatti – continua il sindacato – che il piano regionale dei rifiuti viene proposto oggi in forma preliminare e verrà sottoposto ad un lungo processo di partecipazione, ma se le premesse sono già state determinate, la discussione futura potrebbe apparire solo di facciata e non di sostanza e quindi del tutto inutile”.
Invece, nei progetti presentati dalla giunta regionale per accedere ai finanziamenti del PNRR (Recovery plan) sono stati già individuati quattro siti per la produzione del CSS, con tanto di richiesta di investimenti pubblici per dotare le aziende di igiene urbana delle tecnologie necessarie. “Tutto ciò viene deciso ancora prima di aver discusso il piano regionale dei rifiuti e quindi ancor prima di aver discusso gli obiettivi da raggiungere – insiste la Camera del Lavoro di Perugia – quale sia il ruolo del pubblico e quello dei privati nei processi e quali investimenti sia giusto realizzare per garantire la salute e la sicurezza. In sintesi, senza aver chiarito quale politica pubblica adottare per i rifiuti in Umbria“”.
La preoccupazione che le decisioni siano già state assunte, secondo la Cgil, deriva oltre che dalla lettura degli atti, anche dalle richieste che vengono dalle aziende interessate all’utilizzo del CSS, come le industrie del cemento di Gubbio.
“Sappiamo infatti che queste aziende hanno già avanzato la richiesta di sostituzione del combustibile attualmente utilizzato con il CSS e c’è il rischio che questa richiesta possa essere approvata prima che il piano dei rifiuti venga sottoposto ai processi di partecipazione”, afferma Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugi. “Crediamo che questo rischio debba essere evitato e che tutte le procedure e le decisioni che riguardano i rifiuti nella nostra regione debbano viaggiare sullo stesso binario, con tempi chiari e soprattutto con la partecipazione”.
Secondo la Cgil occorre analizzare “le opportunità ed i rischi” ed “informare correttamente i cittadini su tutte le possibilità in campo”, sapendo che su questo tema occorre “coniugare la tutela della salute come priorità assoluta, con le garanzie occupazionali delle attività coinvolte, sfruttando al meglio le tecnologie ed i finanziamenti disponibili”.
“La convocazione del vice presidente Morroni sarà quindi utile per un vero percorso concertativo – conclude la Camera del Lavoro – sperando che si possa ancora evitare che le procedure dei privati possano essere anteposte alle decisioni delle Istituzioni, decisioni che prima di essere adottate devono prevedere percorsi di partecipazione vera, non solo delle parti sociali, ma anche delle Istituzioni locali e delle comunità dei cittadini”.