Se si fa sul serio, vale la pena provarci

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Sono convinto da tempo che il muro di incomunicabilità tra 5 stelle e centrosinistra vada abbattuto. Ci aveva provato giustamente Bersani nel 2013. Bisognava farlo ancora dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Si è scelta la strada opposta, favorendo la dannata saldatura tra grillini e Lega.
Ora Renzi, responsabile della strategia dei popcorn, ha cambiato idea. È una buona notizia. Zingaretti ha avuto l’intelligenza di non mettere mai sullo stesso piano Lega e 5 stelle.
Su una cosa non possono esserci dubbi. Il nostro vero avversario è Salvini, l’alleato italiano di Orban e della Lepen, l’uomo che vuole pieni poteri e che ambisce a prendersi tutto, a partire dal prossimo Parlamento, che vorrebbe eleggere ad ottobre, e che, cosa non secondaria, nel 2022 sceglierebbe il nuovo Presidente della Repubblica.
Ecco il bivio a cui siamo: far nascere un nuovo governo è la mossa giusta per bloccare le ambizioni irrefrenabili e le pulsioni autoritarie di Salvini o è solo un’operazione “di palazzo” che finirebbe per rafforzarlo anziché indebolirlo nel rapporto con il Paese?
Voglio dire con onestà come la penso: l’occasione di un confronto trasparente tra centrosinistra e 5 stelle non può essere fatta cadere a cuor leggero. Esso avrebbe l’effetto di rafforzare il nostro assetto democratico e potrebbe anche provare ad offrire risposte alla crisi sociale e alla domanda di protezione che c’è nel nostro Paese.
Un passaggio così però non può essere ridotto ad un giochino parlamentare. Non credo avrebbe senso un governo con il solo obiettivo di non far aumentare l’Iva o di ridurre il numero di deputati e senatori, spostando le elezioni di qualche mese. Non è questo che serve al Paese. E a quel punto sarebbe altissimo il rischio di aver solo fatto un favore alla destra.
Serve, se ne abbiamo il coraggio, verificare se ci sono le condizioni per un patto politico vero tra centrosinistra e 5 stelle. Non è una cosa né facile né scontata, soprattutto dopo la drammatica esperienza del governo gialloverde che ha compromesso larga parte del loro gruppo dirigente. Eppure per me vale la pena provarci, nei tempi e nei modi che indicherà il Presidente Mattarella. L’orizzonte dovrebbe essere quello di un progetto di radicale cambiamento che metta al centro la questione sociale, la lotta contro le diseguaglianze e un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile. Queste dovrebbero essere anche le coordinate fondamentali di una nuova relazione con l’Europa. Solo con questo approccio e con questa ambizione, non minimalista, è possibile prosciugare le ragioni di fondo dell’avanzata della destra e rinvigorire, anche attraverso l’introduzione di una nuova legge elettorale proporzionale, il campo democratico nel nostro Paese.