Valente: “Basta veti, squadra larga dai 5Stelle ai moderati”

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«Prima dei nomi bisogna capire come immaginiamo Napoli per i prossimi 10 anni dopo il fallimento de Magistris», premette Valeria Valente, senatrice del Pd che cinque anni fa si candidò per la poltrona di sindaco. E sul perimetro del centrosinistra aggiunge: «Serve una squadra larga che vada dal Pd all`M5s sino all`alleanza deluchiana delle regionali».

Senatrice la campagna per le comunali sembra già in salita per il centrosinistra.

«Tutt`altro. Ma prima che di tattiche dobbiamo discutere dei programmi per il prossimo decennio perché chi vince governerà probabilmente per due mandati e purtroppo partiamo da un quadro desolante».

A cosa si riferisce?

«Al fallimento epocale dei due mandati de Magistris dove nulla ha funzionato. Anzi. Dal disavanzo schizzato da 850 milioni a 2,6 miliardi, alla qualità dei servizi peggiore d`Italia nonostante la tassazione sia tra le più alte sino alle promesse mai andate in porto».

E intanto fa campagna elettorale in Calabria.
«E lo fa in uno dei momenti più tragici della città: è fuori quando servirebbe un impegno h24 nella trincea di San Giacomo. Credo perciò che in questo momento bisogna ragionare anzitutto su come ereditiamo Napoli e dove la vogliamo portare».

Facciamolo.

«Anche in questo momento di emergenza Covid Napoli deve cogliere le migliori opportunità. A cominciare dai fondi del Recovery per le grandi città per attrarre e rilanciare investimenti pubblici e privati. Una città che investa in turismo di qualità, innovazione tecnologica applicata a settori come aereospazio e agroalimentare, che sappia utilizzare finalmente la risorsa mare, abbia il coraggio di rigenerare centro storico anche abbattendo e ricostruendo senza consumo di nuovo suolo, sia in grado di offrire a ogni quartiere un parco e un asilo, un nuovo stadio in periferia perché no. Ma per farlo serve una classe dirigente autorevole che sappia interloquire con le altre istituzioni e non isolarsi come negli ultimi 10 anni. E, ancora, serve una macchina amministrativa che sappia spendere risorse e velocizzare gli iter. Serve investire nella macchina di palazzo San Giacomo che in questi anni ha visto favorire non i più bravi e capaci ma solo chi rispettava vincoli di fedeltà. Servono anche nuove professionalità».

Intanto il Pd e il centrosinistra sembrano più indaffarati a tessere e sfilare alleanze. Senza trovare un accordo.

«Anzitutto serve definire il campo e noi del Pd non possiamo che essere alternativi a de Magistris e a questo centrodestra che sembra possa convergere su Maresca. Non basta un buon nome a fare un progetto, per altro lo schema di un magistrato espressione del civismo rischia di essere una riedizione di quanto gia visto».

E quale è il suo perimetro?

«Dentro devono esserci tutte le formazioni del centrosinistra: dai grillini alle forze che hanno sostenuto De Luca. Ma prima di parlare ai partiti, partirei dai delusi di Dema e dello stesso Pd che, non sempre in questi anni, è stato all`altezza della sfida. Ma serve una regia attenta che sappia coordinare questo percorso».

A chi spetta questo lavoro?

«Al Pd come primo partito del centrosinistra e con l`ausilio di De Luca che ha dimostrato di saper coagulare il consenso attorno a sé e alla sua capacità di governo».