​Cappellino e tuta, Mihajlovic sfida la malattia e va in panchina a Verona

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Il cappellino in testa, la tuta del Bologna, il volto dimagrito e il consueto sguardo deciso: 40 giorni dopo l’annuncio della sua leucemia, Sinisa Mihajlovic – ancora in cura nel Sant’Orsola a Bologna – è sceso in campo a Verona per guidare dalla panchina la squadra contro i gialloblù all’esordio in A. Fino all’ultimo persisteva la voce che il tecnico potesse seguire l’incontro da un box dedicato. Ma quando tutti i giocatori erano scesi in campo, Mihajlovic è entrato, senza neanche la mascherina sulla bocca che indossava nel pomeriggio all’uscita dall’ospedale. Poli: “Ce l’aveva promesso, emozionati da arrivo” “Siamo rimasti scioccati, non ce lo aspettavamo, anche se ce l’aveva promesso. Siamo rimasti colpiti, ma siamo contenti che sia qui con noi, dimostra di avere un coraggio eccezionale. Ci siamo emozionati al suo arrivo in albergo”. Così Andrea Poli, centrocampista del Bologna, commenta a Dazn la scelta di Sinisa Mihajlovic di sedere in panchina all’esordio di campionato a Verona, nonostante la malattia.