“In Albania è arrivato il momento dei progetti seri”

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Il monito-appello di Silvio Pedrazzi, Amministratore delegato di Intesa San Paolo Bank e Presidente dell’Associazione bancaria albanese
La seconda parte dell’Assemblea generale di Confindustria Albania, coordinata da Diana Leka direttrice del Consiglio nazionale degli Investimenti, ha messo in dialogo Banche, Imprese e Agenzie per l’attrazione degli investimenti.
Molto importante e apprezzato, per le raccomandazioni e le indicazioni in esso contenute, è stato l’intervento di Silvio Pedrazzi, da 7 anni presente a Tirana come Amministratore delegato di Intesa San Paolo Bank Albania e dal 2018 alla guida dell’AAB, l’Associazione che riunisce gli Istituti di credito operanti nel Paese delle Aquile.
“E’ finito lo stereotipo dell’Albania come Paese dei call center e del costo del lavoro come solo e unico fattore di convenienza a venire qui – ha esordito Pedrazzi – Le condizioni si sono sviluppate in maniera molto più innovativa di quanto si possa immaginare. I call center, infatti, hanno portato anche molta tecnologia e permesso la formazione di nuove figure professionali con padronanza sia della lingua italiana sia di conoscenze tecniche avanzate e utili alla crescita di altri settori economici e terziari. Mentre il costo della manodopera, pur restando in maniera oggettiva e indubbia molto competitivo e vantaggioso, non rappresenta più l’unica variabile da prendere in considerazione: anche perché il rafforzamento della moneta locale, il LEK, nei confronti dell’Euro, non è un fenomeno passeggero, bensì indica un cambiamento strutturale nell’economia albanese e nei suoi fattori produttivi e sottintende a un processo di modernizzazione che sarà sempre più evidente nel prossimo futuro. Il sistema creditizio locale si caratterizza, nell’ambito di questo contesto, per essere solido sul piano patrimoniale e con sicure disponibilità liquide, e in questo periodo stiamo lavorando assieme al Ministero delle Finanze e alla Banca centrale di Albania per introdurre e rendere al più presto operative ulteriori novità ed elementi di semplificazione al servizio delle transazioni economiche, commerciali e finanziarie e degli operatori economici sia albanesi che italiani ed esteri”.
Molte le carte che l’Italia può e potrà giocare: dalle energie rinnovabili, non solo quelle idroelettriche ma allo stesso tempo le altre forme derivanti dal riciclo dei rifiuti e della plastica, fino al turismo che conoscerà un boom economico ancora più massiccio dell’attuale. “Per turismo non vanno intesi soltanto gli hotel – ha precisato il Presidente Pedrazzi – ma tutte quelle attività destinate, da Nord a Sud, a migliorare l’accessibilità, la fruibilità, l’accoglienza e la salubrità dell’ambiente, con forti investimenti quindi nel campo delle infrastrutture di servizio, dell’attrazione dei marchi di qualità e della valorizzazione agroalimentare. Altrettanto fondamentale il ruolo che potrà essere svolto dagli investimenti economici nell’area del Nord dell’Albania, dove l’integrità ambientale e paesaggistica delle zone può essere messa a valore con investimenti turistici nel segno della sostenibilità. Insomma, le risorse ci sono, adesso è arrivato il momento dei progetti. E progetti seri”.
Assieme al Presidente Pedrazzi, sono intervenuti altri relatori in rappresentanza del Sistema Italo-Albanese.
Mario Tonucci, Avvocato, autore della Guida Paese e Vicepresidente di Confindustria Albania: “Partimmo 25 anni fa proprio da qui, dall’hotel Rogner, in un Paese tutto da ricostruire dopo la caduta del comunismo, per certi versi negli anni Novanta un Paese con problemi di sicurezza. In questo quarto di secolo, la sicurezza reale e percepita da chi si reca in Albania è un dato di fatto reale, e il nostro lavoro è far conoscere tutti gli strumenti per applicare i progetti di investimento coordinandoli con la legislazione e con il sistema economico-sociale locale”.
Giordano Gorini, Vicepresidente della Camera di commercio italiana in Albania e imprenditore nel settore idroelettrico: “Siamo presenti in Albania con 22 idrocentrali e siamo stati i primi a promuovere una stagione di privatizzazioni sane in un settore che, grazie alle riforme intervenute negli ultimi anni, offre maggiori garanzie di redditività agli investitori e di incasso dei crediti per il servizio erogato. In relazione al piano strategico di investimenti annunciato dalla Commissione Europea e pari a 100 miliardi all’anno nel settore Green, l’Albania può cogliere, con l’aiuto degli investitori italiani, moltissime opportunità da non lasciarsi sfuggire per la riqualificazione ambientale, la diversificazione energetica e la creazione di nuovo lavoro qualificato”.
Dorina Patuzi, Dirigente di AIDA, agenzia per gli investimenti diretti esteri in Albania: “Amo parlare in Italiano ogni volta che mi è possibile e in ragione delle mie esperienze di studio e professionali. L’Agenzia che mi onoro di rappresentare molte volte è il primo punto di contatto per operatori italiani che intendano richiedere e acquisire informazioni sul nostro Sistema Paese per avviare attività economiche in settori che vanno dal commercio e servizi, dove molto importante è la presenza italiana, alla produzione industriale, nella quale la crescita della qualificazione della manodopera e la modernizzazione istituzionale e legislativa del Paese stanno favorendo l’arrivo di aziende ad alto contenuto innovativo e tecnologico. AIDA è ben lieta di poter collaborare, per le medesime finalità di attrazione degli investitori, con gli uffici dell’ICE, Istituto italiano per il commercio estero”, presente in sala con la propria Direttrice Elisa Scelsa.
Lucio Nucci, titolare di un’industria specializzata nella produzione di calzature professionali e per la sicurezza, la Protec Shoes: “Attualmente in questo Paese, che vorrei definire affettivamente il nostro Paese come Confindustria Albania, occupiamo fra diretti e indiretti un migliaio di lavoratori, e stiamo adesso avviando i progetti per il raddoppio della nostra unità produttiva che farà del Paese balcanico il polo strategico e preferenziale in diretto raccordo con i mercati italiani ed europei. Investimenti dove la componente del costo del lavoro rappresenta solo un tassello della nostra strategia economica, concentrata invece in via principale su caratteristiche di innovazione e di formazione della manodopera per noi centrali”.
A.Z.