A bordo della nave “Gregoretti”

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A bordo della nave “Gregoretti” della Guardia Costiera italiana sono trattenute 115 persone, naufraghi che la Guardia Costiera ha salvato, adempiendo con dignità ed onore al proprio principale compito istituzionale: la tutela e la salvaguardia della vita in mare.

Il decreto “sicurezza bis”, con riguardo all’operazione di soccorso compiuta dalla nave militare italiana non c’entra assolutamente nulla, e non attribuisce alcuna competenza al Ministro dell’Interno sulle navi militari.

Bisogna capire forma e sostanza di questa vicenda, e quindi chi abbia dato l’ordine di interrompere l’operazione di soccorso nonostante la nave si trovi all’ormeggio in acque interne; sulla base di quale potestà e in che atti questi ordini si siano concretizzati. In assenza anche di uno solo dei requisiti di forma o sostanza indicati, il provvedimento non solo è nullo ma è del tutto inesistente. Di conseguenza il trattenimento a bordo della nave configura un arresto o comunque un atto illegale anche perché immotivato.

La Commissione europea fa sapere che non meglio precisate “autorità italiane” avrebbero richiesto, tramite la stessa Commissione, un impegno ai Paesi europei per accettare una redistribuzione dei migranti, condizione alla quale il Ministro Salvini ha dichiarato di sottoporre la libertà di quelle 115 persone trattenute sulla nave militare.

Se oggi la Repubblica non garantisce che una persona non possa essere privata della libertà senza che vi sia un’azione di polizia e un immediato pronunciamento dell’autorità giudiziaria, allora nemmeno noi, che viviamo nelle nostre tiepide case e che tornando a casa troviamo cibo caldo e visi amici, saremo al sicuro. Non esiste più nemmeno la certezza dei diritti costituzionali.