A luglio e agosto laboratori per tutti

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A Castel Stenico la mostra sulle carte marmorizzate
Al Castello di Stenico la mostra che racconta la storia della carta marmorizzata nel corso dei secoli. Lo scorso 25 giugno inaugurazione con laboratorio dove i visitatori hanno potuto creare le proprie coloratissime carte marmorizzate all’interno della mostra “Colori fluttuanti: la carta marmorizzata tra Oriente e Occidente” organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento – Ufficio per i beni librari e archivistici e dal museo Castello del Buonconsiglio. La manifattura della carta marmorizzata è antichissima, nasce in Giappone nel XII secolo e nel corso del Cinquecento conquista e affascina l’intera Europa. Attraverso una ricca selezione di carte marmorizzate, alcuni video, oltre ad antichi libri e oggetti rilegati o rivestiti con carta marmorizzata, è possibile ripercorrere la storia di questa tecnica proveniente dall’Oriente e diffusasi in Turchia e poi in Europa, riconoscerne e apprezzarne le diverse caratteristiche e i suoi molteplici utilizzi, dall’uso decorativo al suo impiego nella dimensione meditativa e nella previsione del futuro. Nel corso dell’inaugurazione il curatore della mostra Lorenzo Pontalti ha proposto al pubblico un laboratorio dove si è potuto assistere alle varie fasi di lavorazione della carta e i visitatori hanno potuto sperimentarla in prima persona, creando carte colorate da portare a casa. Durante l’estate saranno organizzati laboratori per famiglia nelle giornata di mercoledì 3, 17 e 31 luglio e nella giornata del 21 agosto alle ore 15 ( 8 euro a nucleo familiare) mentre sabato 6 luglio, 3 agosto e 7 settembre ci saranno tre appuntamenti speciali con il curatore della mostra. (7 euro a persona). Per info e prenotazioni 0461 492811.

Ogni denominazione e ogni passaggio sono stati caratterizzati dal paese nel quale transitavano: Suminagashi (‘inchiostro fluttuante’ in Giappone), Ebru (‘nuvola’ in Turchia) e Carta marmorizzata in Europa (marbled paper, paper marbré) dall’evidente somiglianza con le venature del marmo. Suminagashi, ‘inchiostro fluttuante’, è il termine con cui in Giappone si indica l’arte della marmorizzatura della carta, documentata già nel XII secolo ma di cui si hanno notizie anche in epoca precedente in Cina. La tecnica deriva dall’arte calligrafica di cui impiega gli stessi strumenti, la pietra d’ardesia (suzuri), il bastoncino d’inchiostro (sumi), il pennello (hude) e la carta di riso (kami). Si svolge secondo una ritualità che non prevede solo perizia tecnica, ma favorisce una dimensione meditativa, introdotta dalla fase di preparazione dell’inchiostro sfregando il bastoncino di sumi e alcune gocce d’acqua sulla pietra d’ardesia. Con la punta dei pennelli, alternando inchiostro e fiele di bue, l’artista punge la superficie dell’acqua creando cerchi concentrici che fluttuano e si muovono, assumono forme, casuali e imprevedibili, che vengono poi fermate sulla carta, appena appoggiata. Lungo la via della seta la carta marmorizzata giunge in Turchia, dove assume il nome di ebru, dal termine persiano abri che significa “nuvola”. A differenza dell’originale suminagashi, la tecnica turca, sfruttando una maggiore densità del bagno di supporto e quindi un maggior controllo del movimento del colore sull’acqua, consente di elaborare motivi decorativi ispirati a forme animali e floreali, generalmente uccelli e tulipani, simbolo del paese turco, fino addirittura a comporre paesaggi e ritratti.