A POCHI GIORNI DALLE ELEZIONI, TUTTO SEMBRA PERMESSO

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A pochi giorni dalle nuove elezioni in Israele, fissate per il 17 settembre, si leggono preoccupanti dichiarazioni del Premier Netanyahu.
In evidente difficoltà in una campagna elettorale nella quale evidentemente non sente la sicurezza di una vittoria netta, propone infatti di annettere a Israele i territori Della Valle del Giordano e la sponda nord del Mar Morto.
Questo ovviamente seppellirebbe ogni speranza di pacificazione tra i due popoli, come subito dichiarato dal rappresentante dell’OLP Saeb Erekat. In una dichiarazione, il Palestinian National Council (PNC) ha inoltre dichiarato le promesse di Bibi sia una sfida alla volontà della comunità internazionale e delle risoluzioni di legittimazione internazionale, sia la chiara violazione delle risoluzioni dell’ ONU, con specifico riguardo alla risoluzione 2334 del 2016.
Gli analisti politici vedono nelle parole del leader israeliano un disperato tentativo di recuperare voti che stavolta, dopo il fallimento di aprile, gli consentano di creare una maggioranza di Governo, cosa finora irrealizzabile e che ha creato un precedente ancora sconosciuto in territorio israeliano.
La coalizione di centro sinistra, il cosiddetto partito Blu-Bianco di Benny Gantz e Yair Lapid, sembrerebbe infatti in vantaggio, seppur minimo, sullo storico partito conservatore Likud. Ma forse il dato ancora più importante è che Bibi non raggiungerebbe una maggioranza di destra senza i voti di Lieberman.
Non parliamo infine di una terra, la Valle del Giordano, piccola e poco strategica, anzi!
L’estensione supera i 2.400 km quadrati e rappresenta circa il 30% dei Territori palestinesi della Cisgiordania, oltre ad rappresentare una delle fonti principali di approvvigionamento idrico dell’intera area.

È superfluo aggiungere che in questo momento ogni nuova minaccia di tensioni destabilizza un’area già di per sé fortemente critica, e questa provocazione, se realizzata, rappresenterebbe un’iniziativa senza precedenti, capace di incendiare non solo il Medio Oriente, ma anche tutta la comunità internazionale.