Aborto, negli Usa minorenni sole e genitori tagliati fuori

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L’aborto non è un interventino semplice, come togliere un neo o una carie. Se proprio non si vuol guardare all’enorme gravità di ciò che principalmente comporta, ossia la morte di un bambino innocente, si considerino almeno i gravi rischi alla salute fisica e psichica cui va incontro chi volontariamente abortisce.

Una gravidanza, specialmente se indesiderata, rende comprensibilmente molto vulnerabile la gestante, che, spaventata dalle possibili difficoltà che le si prospettano, più facilmente vedrebbe la nascita del piccolo come un “problema” e l’aborto come una “soluzione”.

La voce del buon senso Per questo, è fondamentale che le donne in questo stato non siano lasciate sole, ma venga fornita loro tutta l’assistenza sanitaria, psicologica ed economica di cui hanno bisogno per portare avanti la gravidanza, oltre che la vicinanza umana di persone che siano loro di supporto ed incoraggiamento.

Nel caso di una donna minorenne, ancor più c’è bisogno di tutto questo. Eppure, una corte d’appello federale nell’Indiana, negli Stati Uniti, ha bloccato una legge che prevede che i genitori delle minorenni siano informati prima dell’aborto delle loro figlie, come spiega un articolo di Life News.

E perché mai? È, forse, per dare alle ragazze una maggiore libertà? Niente affatto. Rimuovere l’obbligo di informare i genitori per l’aborto delle figlie ha come unico frutto quello di rendere queste ragazze sempre più sole, sempre più in difficoltà e, quindi, di incoraggiare il loro ricorso all’aborto.

Non a caso, sono stati Planned Parenthood, che di aborti campa, e l’American Civil Liberties Union a contestare la legge in tribunale ed ottenere «un’ingiunzione preliminare che blocca la legge».

Che importa a loro del dolore di queste ragazze, dei traumi cui possono andare incontro, delle ferite che restano dopo un aborto? Basta parlare di “diritti” per racimolare dei consensi e… il gioco è fatto. L’inganno che viene teso alle donne, presentando loro l’aborto come una via di liberazione ed emancipazione, ha un prezzo che non è Planned Parenthood a pagare, ma loro stesse.

Chi davvero si batte per i diritti delle donne, dunque, lotta affinché non siano più sole e possano accogliere con serenità la vita nascente, non le spinge all’aborto.

Luca Scalise                                                                                                                                             fonte