AD ALGHERO L’ATTIVITA’ DELLA FINP PIACE AL CIP SARDEGNA

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Un appuntamento di rilievo supportato da iniziative promozionali al fine di dare sempre maggior risalto alle molteplici potenzialità che il nuoto potrebbe offrire alle persone con disabilità.

Il CIP isolano continua a scommettere sulle idee chiare della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico Sardegna che anno dopo anno, attorno alla manifestazione rivolta all’assegnazione dei titoli italiani in acque libere costruisce nuovi spunti che mirano a sviluppare l’interesse attorno alle questioni paralimpiche.

La kermesse agonistica tenutasi ad Alghero ha visto i 34 atleti, come da copione consolidato, condividere l’esperienza con un altro centinaio di nuotatori tesserati FIN (Federazione Italiana Nuoto). Verrà archiviata come la migliore delle sette che le associazioni Progetto Albatross e Freedom in Water (sapientemente orchestrata da Silvia Fioravanti) hanno saputo organizzare con la supervisione della FINP Sardegna coordinata da Danilo Russu.

Anche perché il cartellone prevedeva un prologo che ne ha accentuato l’appeal. Grazie al convegno dal titolo “Il Percorso verso un’Olimpiade. Storie di atleti che non mollano mai”, sono stati coinvolti tre campioni del nuoto olimpico e paralimpico come Gregorio Paltrinieri, Carlotta Gilli e Vincenzo Boni, affiancati dal tecnico della nazionale di nuoto paralimpico Riccardo Vernole.

A coordinarlo una persona tanto cara al Cip Sardegna: Manolo Cattari. Il promotore e coordinatore del Progetto Agitamus era sia in veste di presidente del Progetto Albatross, sia in quella di psicologo dello sport. Ecco le sensazioni espresse sulla tavola rotonda trasformatasi in una bella chiacchierata tra amici ma ricca di aspetti coinvolgenti: “L’evento è stato molto partecipato – ha detto Cattari – e i presenti hanno ascoltato con attenzione le parole dei campioni soprattutto sul come siano riusciti a tenere costantemente vivo un obiettivo a cadenza quadriennale come i giochi paralimpici e olimpici”.

Ma la tematica dai contorni attualissimi verteva sul loro approccio con le restrizioni provocate dal Coronavirus. “Sono rimasto sorpreso quando abbiamo scoperto che il periodo di blocco totale è stato interpretato come fase esistenziale da sfruttare comunque – rimarca Cattari – attraverso la cura di dettagli mai considerati in precedenza e utili a migliorare e potenziare la personalità. Il tutto va letto con il supporto di un’altra considerazione: i nostri amici non erano mai rimasti per così tanto tempo a secco di piscine. Ci siamo resi conto che la necessità di fermarsi e di vivere tutto con maggiore lentezza, non è obbligatoriamente un aspetto negativo”.