Aerei e vaccini

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Abraham Wald è un nome sconosciuto ai più, ma fu un matematico dalla vita non facile, in quanto ebreo in un periodo durante il quale le discriminazioni erano la regola. Nel 1938 infatti è costretto ad abbandonare Vienna, dove insegnava, e a cercare rifugio negli Stati Uniti. E nella nuova sede viene coinvolto in studi sui bombardieri atterrati alla base dopo una missione di guerra.
Ma andiamo con ordine: durante la Seconda Guerra Mondiale gli alleati attaccano dal cielo la Germania, che si difende egregiamente con la contraerea, utilizzando cannoni del calibro di 8,8 cm, chiamati Flak e prodotti dalle acciaierie Essen. È inevitabile che gli alleati riportino perdite notevoli, sia di aerei, sia di vite umane, e allora la prima idea è quella di ridurre il numero di avieri a bordo, ma alla fine si decide di fare uno studio su tutti gli aerei atterrati al termine delle missioni, e di osservare le parti dell’aereo più colpite e danneggiate dai Tedeschi.
Con un lavoro certosino, ogni sera vengono annotati e contati i punti colpiti e dopo un certo tempo si conclude che le parti più danneggiate dal nemico sono le ali e la carlinga, mentre invece i motori e la cabina di pilotaggio sono quasi immuni dai colpi. Ecco che tutti ritengono opportuno rinforzare ali e carlinga, con la speranza di ridurre i danni. Invece dal centro statistiche della Columbia University, dove studia Wald, viene l’invito a fare proprio il contrario: rinforzare le parti dell’aereo che non presentano alcun segno di colpi nemici. Infatti, spiega il matematico, i Tedeschi colpiscono un po’ tutto l’aereo, e se nessun aereo presenta colpi ai motori e alla carlinga, significa che gli aerei abbattuti sono caduti a terra proprio perché colpiti a motore o carlinga. Certo, facendo la statistica solo sugli aerei atterrati senza problemi alla fine della missione, non ci si deve dimenticare che sugli aerei non tornati alla base ci potrebbero esser dati molto diversi. Ma grazie all’intuizione di Wald si è provveduto a rinforzare le parti che non presentavano alcun segno di attacco nemico.
Ho avuto modo di assistere ad una conferenza del divulgatore scientifico Roberto Burioni, e l’ho sentito dire qualcosa del genere a proposito di vaccini. Lui si batte per l’obbligo del vaccino, e spiega la sua posizione così: ci sono tanti che sostengono la non necessità del vaccino, in quanto sono stati colpiti da morbillo e ne sono usciti guariti senza troppi problemi. Sì, ma qui stiamo sentendo il parere delle persone vive, e non possiamo sentire quelli che di morbillo sono morti, ed è come studiare gli aerei tornati alla base e scordare che ci sono quelli abbattuti, sui quali non possiamo prendere i dati.
Abbiamo visto che anche la matematica, ritenuta “scienza esatta”, ci dice che dobbiamo con gran cura valutare i dati raccolti, perché altrimenti potremmo cadere in errori di valutazione.

Giorgio Dendi