Ok Antonio Cabrini si è scusato, ma anche la sua affannosa retromarcia ha convinto poco

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Affermare un minuto prima che “se Maradona fosse approdato a Torino invece che a Napoli oggi sarebbe ancora vivo” e un minuto dopo che il suo “non è un giudizio morale” sembra più un acrobatico tentativo di arrampicata sugli specchi che un sincero ravvedimento.

Anche Cabrini, purtroppo, è caduto nella trappola degli stereotipi su Napoli e sul Sud. Quel retropensiero superficiale che vorrebbe i meridionali prigionieri di istinti irrazionali e malati. Lo stantio cliché del popolo che tutto estremizza, la passione come il dolore, e così si autodistrugge.

Niente di più falso. Napoli, come tutto il Sud, è altro, è molto di più. È sentimento autentico e come tale mai tossico. Vitalità, energia e calore che decenni di ingiustizie non sono mai riusciti a spegnere.

Proprio contro i pregiudizi Napoli e il Sud hanno sempre cercato il loro riscatto. Ecco perché Maradona è diventato un’icona anche fuori dal rettangolo di gioco.

Perché è riuscito a ribaltare l’ordine delle cose. È stato il colpo di scena in un copione scontato, la variante impazzita che cambia la storia. E così è diventato prima un simbolo e adesso una leggenda.

In questa vicenda c’entra anche il pallone, ma c’entrano soprattutto il cuore e l’orgoglio.

Maradona se fosse approdato altrove oggi sarebbe ancora vivo? Non lo so.
Una cosa è certa, non sarebbe mai stato “Maradona”.