«Agenzie, con i rimborsi c’ è il rischio collasso»

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Sulla riapertura del 3 giugno gravano molte incognite «con il codacons una lotta tra poveri che porta danni»
Chiusi dal 12 marzo al 3 giugno. E con quali prospettive alla riapertura? «Se in Lombardia ricominciassimo prima, saremmo obbligati a normative costose, ci esporremmo a rischi gravi ai quali forse è meglio sottrarsi tenendo chiuso. Tanto non sappiamo se qualche cliente verrà a prenotare e nemmeno immaginiamo dove potremmo mandarli». Angioletta Seretti, titolare di Emmebiesse Travel Agency a Concesio e Gardone Valtrompia, nel settore da 35 anni, lancia un ulteriore allarme a nome della categoria. «ADESSO, oltre a non avere introiti, abbiamo la spada di Damocle dei rimborsi. I clienti hanno ragione ma anche noi siamo vittime e avremmo delle perdite immani se dovessimo rimborsare a tutti e subito i soldi che già abbiamo speso e che noi pure stiamo aspettando, forse. Un aiuto ci viene dalle dilazioni e dalla possibilità di emettere voucher come fanno certe compagnie aeree con noi. In questi mesi ho lavorato sempre da casa facendo ritornare i bresciani in giro per il mondo al momento del lockdown e cercando di ottenere la restituzione delle caparre, all’ inizio perdendoci di tasca mia con le gite scolastiche annullate dall’ oggi al domani. I voli non erano stati ancora bloccati, quindi Ryanair o Easyjet non hanno restituito nulla. Ora che la legge italiana ci consentiva di dare i voucher al posto del contante, il Codacons li contesta e la Ue conferisce al cliente la possibilità di decidere le modalità del risarcimento. Ma noi dove li prendiamo i soldi? Ammesso che le compagnie ce li diano e non falliscano a loro volta, come dopo l’ 11 settembre, li vedremo fra mesi grazie a qualche bravo avvocato» sottolinea. Seretti ha scritto all’ associazione dei consumatori: «Non facciamoci una guerra fra poveri in mezzo al più grande conflitto mondiale che stiamo vivendo». L’ associazione ha risposto citando i diritti dei contrari a un rimando del viaggio. Nella guerra fra poveri, si scontrano gli interessi. «Io pago affitti e bollette. Quanto meno ho preso dal Governo 1200 euro fra marzo e aprile ma i miei quattro dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione. In tanti anni ho vissuto crisi che hanno fatto sparire molti colleghi: sarà così anche stavolta? E per di più ci bistrattano come se volessimo speculare» continua Seretti. L’ ORIZZONTE è fosco: «Se non riusciremo a fare ricorso al verdetto europeo, chiuderò le mie due agenzie su cui ho investito tanto e che ho portato con il mio impegno a un buon volume di vendite, onorando regolarmente le tasse sul fatturato in chiaro» sottolinea l’ imprenditrice del turismo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia.