Agricoltura, Braia: riprogrammare i Fondi europei

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“In agricoltura occorre difendere il budget assegnato e riprogrammare i 70 milioni di euro non impegnati del Psr 2014/2020. per la Basilicata si tratta di una grande partita da non sprecare”

“La Basilicata, soprattutto quella agricola, in questa emergenza, non deve perdere un euro, non c’è un attimo da perdere. L’assessore Fanelli batta un colpo. L’azione politica più importante, come Regione, è quella di ridefinire le priorità politiche immediatamente per farsi trovare pronti ad inviarle entro il primo luglio 2020, data a partire dalla quale sarà possibile mandare le correzioni ai programmi operativi alla Commissione europea”.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva, già assessore all’Agricoltura.

“Occorre, inoltre – continua Braia – chiedere e ottenere un’anticipazione del 3 per cento, circa 20 milioni di euro, sulla prossima programmazione 2021/2027, azione già consentita agli stati membri verso le Regioni, e soprattutto, sfruttare al massimo ed al meglio la grande flessibilità di azione tra le priorità dello stesso fondo e tra tutti i fondi (Fesr, Fse, Feasr) introdotta dalla Commissione europea per affrontare al meglio l’emergenza Covid-19. La Commissione europea ha, infatti allargato ulteriormente – spiega Braia – le maglie regolamentari, rendendo non obbligatori alcuni vincoli esistenti, nell’utilizzo dei Fondi strutturali per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica provocata dal coronavirus. Ad esempio, non è più obbligatorio il cofinanziamento nazionale, sono state liberate le risorse per economia circolare o verde dove si faceva fatica a spendere, è stata introdotta la massima flessibilità tra i fondi”.

“La battaglia ulteriore da fare, invece – prosegue l’esponente di Italia Viva – con la Comunità europea, in sinergia con le altre Regioni del Sud è quella di affiancare l’ottimo ministro alle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, nel sostenere l’istanza di giungere ad una rimodulazione su base regionale, dei Fondi europei Psr non ancora impegnati che, per la Basilicata, ammontano a circa 70 milioni di euro. Una straordinaria occasione che, se ben colta, può rappresentare un nuovo punto di svolta per il comparto, dal momento che nel periodo 2014/2019 ha visto una crescita in valore aggiunto, valore alla produzione ed export. Per la nostra Regione – sottolinea Braia – è una somma importante che potrebbe essere utilizzata per sostenere tutto il comparto agricoltura. Zootecnia (latte e carne), ortofrutta, vitivinicoltura, florovivaistica, cerealicoltura, agrituristica e tutte le filiere che, soprattutto se locali e di prossimità, dovranno essere accompagnate nell’emergenza e ancora più incentivate nei processi aggregativi e nel processo di evoluzione verso la ‘smart agricolture’ oltre che di ‘e-business’ e di promozione del Made in Basilicata su cui è calato il sipario negli ultimi 12 mesi, nonostante Matera 2019, trascorsi nel silenzio assoluto. Necessario, in un periodo in cui si prevede un calo dei consumi dell’8.5 per cento circa entro la fine del 2020 e un profondo cambiamento dei modelli di distribuzione, di vendita e di abitudini sociali e di consumo alimentare”.

“Tra gli obiettivi da raggiungere, inoltre – prosegue Braia – si potrebbe puntare ad una serie di modifiche finalizzate ad aumentare l’aiuto alle imprese incrementando le anticipazioni sino al 75 per cento e consentire l’anticipazione stessa a tutte le misure Psr 2014/2020, comprese le attività di servizi, comunicazione e promozione, oltre quelle a regia diretta che riguardano i Gruppi di Azione Locale (Gal). Si aumentino – dice il consigliere – le percentuali di compartecipazione pubblica al 60 per cento e privata massimo al 40 per cento”.

“Occorre agire in fretta, presidente Bardi e assessore Fanelli – asserisce Braia – i tempi dei campi e degli allevamenti così come quelli della produzione agroalimentare sono diversi da quelli di qualunque altra attività produttiva. Noi continueremo a dare il nostro contributo, a sollevare, laddove li intercettiamo, ritardi ed incongruenze cercando di tracciare una direzione che non disperda l’enorme lavoro fatto negli ultimi anni. Dalla terra – conclude Braia – dai valori degli agricoltori dovrà ripartire tutto e noi, sia nell’affrontare l’emergenza che nella fase del re-start, non possiamo farci trovare impreparati e senza una strategia definita. Se accadesse questo, sarebbe pericoloso ed inaccettabile”.