Dall’ultimo rapporto #Istat (elaborazione dati 2017) è emerso che le unità economiche che operano nel settore agricolo, sia principalmente sia come attività secondaria, sfiorano quota 1,5 milioni, hanno una superficie agricola utilizzata di circa 12,8 milioni di ettari, una dimensione media di 8,4 ettari e una produzione standard di 38,7mila euro. Secondo i dati, le imprese agricole rappresentano la tipologia economicamente più rilevante, con 413mila realtà (27,3% del totale) e oltre il 65% della superficie agricola utilizzata per una dimensione media di 20 ettari assorbendo il 75,8% della produzione standard complessiva. Le imprese con un’azienda agricola associata specializzata in coltivazioni o allevamenti sono 397mila (26,2%), mentre ammontano a circa 16mila (1%) quelle senza un’azienda agricola, attive in #silvicoltura, #pesca e #acquacoltura. Infine, la prevalenza di micro imprese è confermata dalle oltre 407mila aziende con meno di 10 addetti che rappresentano il 98,6% del totale ed occupano l’84% del totale. Questi dati ci confortano e allo stesso tempo ci spronano a far sì che il settore primario diventi sempre più strategico. Ritengo pertanto che sia necessario favorire l’aggregazione dei vari attori per sostenere economie di scala, sia per l’acquisto delle materie prime, rendendo anche più facile l’accesso al credito, sia per la logistica e le lavorazioni, passando per la gestione dei rifiuti fino alla promozione degli stessi. Infine, accrescere l’offerta permetterebbe di contrattare al meglio e magari di divenire direttamente interlocutori dei consumatori.
