Agrigento: rivolta degli immigrati in quarantena

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65 immigrati mettono a ferro e fuoco centro d’accoglienza ad Agrigento. Solidarietà di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine

Rivolta, questa notte, nel centro accoglienza immigrati al Villaggio Mosè di Agrigento. 65 migranti hanno aggredito i poliziotti lanciando oggetti di ogni tipo e appiccando il fuoco a materassi.

Alcuni immigrati in quarantena sarebbero riusciti a lasciare il centro di Agrigento. Tre gli agenti rimasti feriti. Ecco il racconto del segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato Valter Mazzetti.

“Hanno dato vita a una rivolta, lanciando contro le forze dell’ordine estintori, reti dei letti, parti di finestre mandate in frantumi, pietre, ecc. E’ divampato anche un incendio dopo che i migranti hanno dato fuoco ai materassi tentando di lanciarli addosso ai poliziotti”.

“Avranno festeggiato le improvvide novità in tema di accoglienza del Governo?”, si è chiesto il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro. “Sono queste le risorse che devono essere tutelate?”.

“Il Ministro degli Interni – ha aggiunto dopo la rivolta degli immigrati ad Agrigento – è ancora convinto della necessità di allargare le maglie della accoglienza per tutelare questi delinquenti? O, per sbaglio, ritiene che la priorità debba essere difendere uomini e donne in divisa?”.

Solidarietà alle forze dell’ordine è stata espressa anche dalla deputata Carolina Varchi di Fratelli d’Italia. “Un governo incapace di gestire i flussi migratori mette a rischio la salute pubblica”, ha affermato commentando l’episodio degli immigrati di Agrigento.

Per l’altra deputata di Fratelli d’Italia Ylenia Lucaselli “la rivolta nel centro di accoglienza di Agrigento conferma per l’ennesima volta che il dossier immigrazione non può né deve essere affrontato con l’approccio ideologico della sinistra”.

“Aver modificato ora i decreti sicurezza, cosa che incoraggerà i flussi, – aggiunto – è stata la scelta più sbagliata, sia nel merito che nella tempistica. E quanto accaduto nelle ultime ore è solo il preludio del pericolo che corrono le forze dell’ordine e le comunità locali”.