AIDS: IL VIRUS NON E’ SCONFITTO, SOPRATTUTTO FRA I GIOVANI

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Domenica 1 dicembre sarà la giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS. Nel mondo sono circa 37 milioni le persone che hanno contratto il virus dell’Hiv ed oltre 35 milioni di persone hanno perso la vita a causa dell’AIDS: si tratta di una delle pandemie più distruttive della storia. Il virus quindi Hiv non è ancora sconfitto: a 36 anni dalla sua scoperta disponiamo oggi di più potenti terapie ed il traguardo di un vaccino si sta avvicinando, ma il l’Aids continua a colpire e l’allarme torna alto soprattutto tra i giovani.

Gli ultimi dati segnalano come ‘l’arretramento’ del virus non coinvolge i più giovani: i nuovi casi di Aids sono in lieve diminuzione ma non tra i 20-30enni. La causa è soprattutto un calo dell’attenzione ed una sottovalutazione dei rischi. Ci sono purtroppo ancora molte informazioni errate, confuse e fantasiose, diffuse fra i giovani: nel 2019 si pensa ancora che l’AIDS sia un problema di pochi, di certe categorie a rischio e si ignora quanto l’HIV sia un virus invisibile e “democratico” che colpisce tutti. La maggioranza delle nuove infezioni è dovuta a rapporti sessuali non protetti (80%).

La diagnosi precoce della malattia è fondamentale, ma ancora circa un terzo delle persone che hanno contratto l’Hiv non ne è a conoscenza. Più del 50% delle nuove diagnosi avviene in condizioni avanzate di malattia. La Croce Rossa Italiana, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids del 1 dicembre, sarà in diverse città italiane per eseguire test rapidi.

La Toscana risulta essere tra le regioni più colpite: in commissione Sanità del Consiglio regionale abbiamo lanciato un allarme raccolto da tutte le forze politiche. Come vicepresidente m’impegnerò per coordinare un piano regionale che “rompa il silenzio”, e non fatto di “spot” ma di azioni precise che coinvolgano tutte le agenzie educative che ruotano attorno ai giovani: scuole, università, famiglie …

E’ la disinformazione, i pregiudizi e l’emarginazione che aumentano la diffusione dell’Aids. Troppo poco si fa per consentire ai giovani una vita sessuale gratificante, sicura, responsabile. I genitori, i media, la scuola dovrebbero impegnarsi molto di più per informare, sensibilizzare e responsabilizzare: un’informazione puntuale e mirata sui comportamenti a rischio e sulle possibilità di difendersi dall’Hiv, a partire dai rapporti protetti. Ma anche un’informazione che rimuova stereotipi emarginanti, prevaricanti, omofobici e che assegni il giusto“valore” alla relazione sessuale.