Alcuni alunni yemeniti assistono alle lezioni il primo giorno del nuovo anno scolastico in Yemen

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In “aule” improvvisate in quel che rimane del complesso scolastico a Taez, gravemente danneggiato due anni fa da un attacco aereo.
Sono almeno 2 milioni i bambini senza scuola in Yemen, dove la guerra non si ferma, e così nemmeno la pandemia o la malnutrizione. Ospedali al collasso, almeno 150 mila nuovi casi di colera da inizio anno e oltre 2 mila contagi da Covid 19 registrati in 11 governatorati, anche se il numero reale rimane incerto, data la quasi totale mancanza di DPI, test e tamponi.
In questi giorni ho potuto seguire personalmente gli aggiornamenti di Martin Griffiths, inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, in una audizione in videoconferenza. Nonostante le ingenti difficoltà, si stanno muovendo piccoli passi in avanti, come l’accordo raggiunto lo scorso 27 settembre tra il governo yemenita e i ribelli sciiti per lo scambio di prigionieri, e si sta lavorando incessantemente per fare ulteriori passi in avanti al fine di raggiungere un cessate il fuoco.

In tutto questo, questa foto ci ricorda come l’educazione dei bambini è un diritto universale per tutti, anche se le condizioni possono essere molto avverse, e non possiamo fermarci a combattere per questo.
In qualità di Presidente del gruppo d’amicizia Italia-Yemen, ho chiesto un incontro al più presto con lo stesso Griffiths, tenendo alta l’attenzione e con l’obiettivo che l’Italia possa continuare ad essere in prima linea e dare un contributo significativo per la risoluzione del conflitto.

Yana Ehm