Aldo Pia Presidente della Cassa di Risparmio di Asti

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Tratto da “ Banchieri “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Solo l’amicizia e la stima che nutro nei confronti del Presidente Beppe Ghisolfi potevano convincermi, superando la mia innata ritrosia, a condensare in poche pagine i momenti più salienti della mia vita. Desidero iniziare questo breve racconto rievocando un episodio che avrebbe potuto modificare, ancor prima della nascita, il mio destino. Il 24 aprile del 1945 mia madre, che mi avrebbe dato alla luce nel successivo mese di ottobre, stava osservando dal balcone di casa i reparti delle Brigate Nere che lasciavano Asti, in procinto di essere occupata dai partigiani, quando uno di quegli sbandati, accortosi della sua presenza, fece partire una raffica di mitra. Fortunatamente quelle pallottole finirono nel cornicione in travertino della casa (ancora oggi se ne vedono i segni) e così la nostra vita fu salva. Da quel giorno mio padre, per tutta la sua vita, ha festeggiato con tutti noi quella ricorrenza per il fortunato esito di quell’episodio. Ho avuto un’infanzia ed una adolescenza serene e felici e ho frequentato il Liceo Classico Alfieri e poi la facoltà di Farmacia a Torino. In quel periodo ho coltivato la mia grande passione per il calcio, anche a costo di sacrifici e rinunce, che mi ha portato a giocare come portiere in squadre di discreto livello. Dopo la laurea ho iniziato la mia attività professionale nella farmacia di mio padre e in quegli anni sono stato gratificato della nomina a Consigliere di sconto presso la sede di Asti della Banca d’Italia, sicuramente non per meriti personali, ma per un riconoscimento alla storia della mia famiglia: sia mio nonno Lorenzo, sia mio zio Alberto furono Direttori della sede locale della Banca d’Italia. All’età di 29 anni sono stato coinvolto nella mia prima esperienza politica grazie all’insistenza di un mio carissimo amico d’infanzia, Gianni Goria, che nel suo ruolo di Segretario Comunale della Democrazia Cristiana era alla ricerca di persone rappresentative delle varie professioni per le candidature al Consiglio comunale. Seppure con molti dubbi e timori di essere catapultato in un ambiente a me assolutamente estraneo, non ho saputo sottrarmi alle sue richieste ed è così che, quasi casualmente, è iniziata la mia carriera di amministratore locale che si è conclusa nei primi anni ’90 mentre ricoprivo il ruolo di Vice Sindaco. Questa esperienza mi ha offerto nuove prospettive di crescita: nel ’95 sono entrato nel Comitato Esecutivo della Cassa di Risparmio di Asti, carica che ho conservato fino al 2000 per poi rinunciarvi una volta eletto Presidente della Camera di Commercio. Grazie a questo ruolo ho avuto la possibilità di confrontarmi con le problematiche complesse legate al mondo del lavoro e alle sue dinamiche. Nel corso degli anni ho sempre continuato a esercitare la mia libera professione di farmacista, affiancato nell’ultimo decennio da mia figlia Michela: questa attività mi ha assicurato quell’indipendenza economica che, a mio parere, è fondamentale per garantire libertà di giudizio e di pensiero. Ho sempre considerato tutti gli incarichi come un corollario – importantissimo – alla mia vera attività professionale per cui mi sono sempre sentito libero di compiere scelte anche scomode. E a proposito del mio lavoro di farmacista, voglio ricordare un altro episodio che avrebbe potuto ancora una volta cambiare in maniera risolutiva il mio futuro e quello della mia famiglia. Qualche anno fa, alla fine di una giornata di lavoro, un mio dipendente è entrato nel mio studio per informarmi che c’era un “ladro” in farmacia. La parola ha generato in me un grosso equivoco per cui ho sottovalutato il pericolo: l’uomo che mi sono trovato davanti era un rapinatore con una grossa pistola. Di fronte alle minacce rivolte a me, ai dipendenti e ai clienti presenti, ho reagito d’impulso, com’è nel mio carattere, aggredendo il bandito con una “pinzatrice”. In seguito l’ho afferrato alle spalle e l’ho atterrato mentre tentava la fuga. La polizia, giunta nel frattempo, lo ha preso in consegna e mi ha fatto notare il grave rischio che avevo corso per la mia reazione d’impulso. Non nascondo che in un momento successivo di riflessione, di fronte alle fotografie dei miei nipoti, mi sia commosso fino alle lacrime, pensando alle conseguenze del mio gesto dovuto a una mia indole che non avevo saputo controllare. Con la nomina a Presidente della Cassa di Risparmio di Asti, il 27 aprile del 2004 è iniziato un lungo percorso umano e professionale che mi ha riservato grandi soddisfazioni.
In 12 anni di Presidenza, supportato dalla proficua collaborazione di uno staff dirigenziale di primissimo livello, ho visto la banca crescere e trasformarsi da realtà locale a Istituto in grado di competere con più importanti realtà finanziarie, senza tuttavia snaturarsi, mantenendo quindi uno stretto legame con il territorio. Mi è d’obbligo sottolineare a questo punto il ruolo fondamentale che ha avuto la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti (azionista di riferimento) nella persona del Presidente Dott. Michele Maggiora sia nell’avermi convinto ad accettare la carica di Presidente, sia nell’aver sostenuto con assoluta coerenza la politica di crescita che la banca ha portato avanti in questi anni. In quel periodo mi occupavo della Camera di Commercio con risultati soddisfacenti e apprezzati dalle categorie economiche, per cui avrei desiderato continuare quell’esperienza. Ricordo che, in una serata conviviale in preparazione della commemorazione del decennale della scomparsa del Presidente Gianni Goria, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Dott. Pitta- tore, stimolò il mio interesse proponendomi di esperire eventuali accordi commerciali tra la banca di Asti e quella di Alessandria per dar vita a una realtà di rilievo regionale, invitandomi ad accettare l’incarico. Sicuramente la grande amicizia che mi lega al Presidente della Fondazione di Asti (in grande difficoltà perche, a pochi giorni dall’Assemblea che doveva nominare il nuovo Consiglio d’Amministrazione, ancora non aveva risolto il nodo del Presidente), ma anche l’idea di poter partecipare a una potenziale grande operazione di trasformazione e crescita della nostra banca mi convinsero in dirittura d’arrivo, ad accettare l’incarico. Da allora per la Cassa di Risparmio di Asti di avvenimenti importanti ce ne sono stati veramente tanti e molti di questi hanno concorso alla crescita e al consolidamento della nostra banca. In rapida successione temporale vorrei ricordare la nomina a Direttore Generale di Carlo Demartini (primo Direttore nuovamente astigiano dopo tanti anni); tre significativi aumenti di capitale, non sollecitati dalle autorità di vigilanza, sottoscritti anche dalla nostra Fondazione sino a quando la normativa lo ha consentito, che hanno permesso di attivare una politica di consolidamento patrimoniale e di espansione finalizzata alla ricerca di una dimensione più idonea ai nuovi mercati. Alcuni dei momenti più significativi di questa crescita sono stati l’acquisizione del controllo di Biverbanca, che ci ha permesso di diventare, per numero di sportelli, la terza banca del Piemonte dopo Intesa e Unicredito; la ricerca di nuovi business per aumentare la redditività attraverso l’acquisizione del controllo di Pitagora, società che si occupa principalmente della cessione del quinto dello stipendio e che ha sportelli in tutta l’Italia. Abbiamo inoltre potenziato la nostra proposta assicurativa, con attenzione particolare all’assistenza sanitaria integrativa, ci siamo inseriti con successo nel mondo del credito al consumo. Negli ultimi 10 anni i punti di presenza sul territorio si sono triplicati, includendo sportelli bancari e agenzie Pitagora: se nel 2006 la Cassa di Risparmio di Asti era presente in due regioni (Piemonte e Lombardia) e cinque province, nel 2016 i nostri sportelli bancari erano presenti in quattro regioni e tredici province. Il numero di clienti che hanno dato fiducia alla Cassa di Risparmio di Asti nel decennio 2006-2016 è raddoppiato, raggiungendo l’importante traguardo di 455.000. Il nostro gruppo bancario dà oggi lavoro a quasi 2.000 persone, nel 2006 erano poco più di 800. Il piano di assunzione degli ultimi anni ha consentito l’ingresso di circa 700 giovani, riducendo così drasticamente l’età media del nostro personale: siamo una banca più giovane, pronta anche alle nuove sfide tecnologiche. L’utile netto realizzato nell’ultimo decennio è stato pari a livello di gruppo a oltre 540 milioni di euro e ha consentito di distribuire agli azionisti dividendi per 190 milioni di euro, mentre il patrimonio è aumentato attestandosi a circa 797 milioni di euro. Tutti i progressi a cui ho fatto cenno si sono realizzati in un periodo storico di grave difficoltà economica, in un territorio, quello astigiano, penalizzato da una profonda crisi. Nonostante tutti gli incarichi ricoperti negli anni, ritengo che il miglior successo della mia vita sia stato l’aver costruito, insieme a mia moglie Gabriella, una famiglia solida e serena, allietata negli ultimi anni dalla nascita di due bellissimi nipoti. Se chiedeste a mia moglie un giudizio su di me, direbbe che sono un “testone dal cuore d’oro” e questa definizione in parte è veritiera perché nella vita ho sempre affrontato tutti i problemi con grande impegno e determinazione. Anche nella passione sportiva sono un “estremista”!!! Juve e nient’altro che Juve.