Allarme Cornoavirus: in arrivo a Prato 2000 cinesi

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PRATO – Sarebbero circa 2mila i cittadini cinesi residenti a Prato ma ancora bloccati in Cina a causa dell’emergenza Coronavirus. Il dato è stato reso noto dal console della Repubblica popolare cinese Wang Wengang che oggi pomeriggio, 15 febbraio, ha firmato il protocollo di collaborazione con il presidente della Toscana Enrico Rossi, alla presenza di Paolo Morello Marchese, direttore generale della Asl Toscana centro, e di Renzo Berti, responsabile della prevenzione della stessa Asl.

Regione e Asl Toscana Centro, in accordo con il Consolato cinese, hanno annunciato l’apertura di un ambulatorio per effettuare screening specifici a chi presenta i sintomi del Coronavirus. La struttura si trova in un centro medico privato all’Osmannoro messo a disposizione gratuitamente dal consolato e servirà tutta l’area metropolitana, compresa Prato. Se i casi “pratesi” fossero tanti, sarà aperto un ambulatorio specifico anche in città. I campioni biologici saranno inviati all’azienda ospedaliera universitaria Careggi che ora è stata attrezzata per questo tipo di test al pari di Siena. Una novità, quest’ultima, che permetterà di ridurre ulteriormente i tempi di risposta.

La comunità di Prato è, come noto, quella dove è più alta la presenza di cittadini di origine cinese, in gran parte provenienti dallo Zhejiang, quarta regione cinese interessata per numero di casi accertati: 1.162 ad oggi, con zero deceduti, mentre nello Hubei (provincia di Wuhan) i casi sono 54.400 e i morti 1.457. Non si può escludere la possibilità che tra i rientrati ci siano positivi. Occorre quindi adottare ogni misura utile a prevenire l’eventuale diffusione del virus. Sappiamo che, mentre la virulenza è inferiore a quella della precedente Sars, la contagiosità è piuttosto alta, soprattutto nei primi giorni dalla manifestazione dei sintomi. Da qui l’importanza del fattore tempo e la necessità che ad avvalersi del servizio siano solo i sintomatici.

Le misure adottate in ambito scolastico, a seguito della circolare ministeriale dello scorso 8 febbraio, che caldeggiano l’isolamento volontario di bambini/studenti provenienti da meno di 2 settimane dalle aree a rischio, consentono, grazie all’adesione di circa 370 nuclei familiari, di tenere sotto sorveglianza attiva circa 1.200 persone.