Allarme siccità nei campi

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Consorzi di bonifica. M5S: “Allarme siccità nei campi. Necessario pianificare interventi per potenziare le infrastrutture irrigue”

“”Alla luce dell’ormai cronica emergenza idrica in Puglia, è fondamentale che la Regione avvii un confronto fra tutti i soggetti interessati sulle scelte operative necessarie sia per salvare la stagione irrigua, sia per pianificare interventi di lungo periodo, anche in considerazione del fatto che oltre il 50% del territorio della Puglia è a rischio desertificazione. È fondamentale programmare e realizzare le infrastrutture necessarie per garantire la continuità della risorsa idrica e per ottimizzarne l’utilizzo, in particolare nel territorio salentino.” È quanto dichiarano i Consiglieri Marco Galante e Cristian Casili in merito all’allarme siccità che sta interessando il territorio pugliese in particolare il Salento, con evidenti impatti sull’attività agricola.

I dati più aggiornati resi noti dall’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche certificano la progressiva discesa delle disponibilità d’acqua nei bacini di Puglia (-125,16 milioni di metri cubi) e Basilicata (-73,41 milioni di metri cubi) rispetto allo scorso anno, obbligando ad un’irrigazione razionata e senza sicurezza di continuità. La situazione è particolarmente critica in Provincia di Taranto dove, come denunciato da Coldiretti, nonostante l’emergenza il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara ha comunicato il razionamento dell’acqua, con la possibilità di irrigare solo 2 volte al mese ogni 15 giorni.

“La situazione nei campi è divenuta insostenibile soprattutto ora che le aziende sono nel pieno della campagna di raccolta – continuano i consiglieri – ed è ora che il Consorzio riveda la pianificazione e, soprattutto, che a livello regionale si provveda a definire un piano invasi per trattenere le acque sul territorio ed utilizzarle al bisogno, aumentando la capacità di riserva idrica della Puglia in particolare nei territori di Taranto, Brindisi e Lecce interessati da una strutturale carenza di risorse idriche. Non è economicamente sostenibile fronteggiare le crisi idriche con il continuo ricorso alla dichiarazione degli stati di calamità che sono solo misure temporanee rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici. Servono misure e investimenti strutturali, che contemplino in primo luogo la realizzazione di nuovi piccoli invasi, il riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui e il completamento delle opere incompiute, al fine di aumentare la resilienza idrica del territorio. È necessario che i consorzi di bonifica svolgano le funzioni per cui sono nati: pulizia dei canali, gestione di dighe e impianti irrigui, interventi di manutenzione straordinaria di impianti, pozzi e reti di distribuzione di acqua nelle aree rurali. Purtroppo – concludono Galante e Casili – le notizie di questi giorni mostrano una realtà diversa, con una gestione dei Consorzi poco attenta alle necessità degli agricoltori e sempre più concentrata su nomine, assunzioni e su interventi normativi che non sono stati in grado di risolvere la crisi debitoria con una riorganizzazione che ancora stenta a partire. Eppure basterebbe solo intervenire per garantire l’espletamento della loro missione volta alla sicurezza territoriale, ambientale ed alimentare attraverso il coordinamento degli interventi per la difesa del suolo, la regolazione delle acque e l’irrigazione”.