ALTA VELOCITÀ A SUD DI SALERNO: UN’OCCASIONE UNICA, IMPOSSIBILE DA SPRECARE

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Il collegamento Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria sarà realizzato con i fondi specifici previsti all’interno del Recovery Plan, che destina alle infrastrutture ferroviarie circa 28 miliardi di euro. La commissaria Vera Fiorani ha presentato al Parlamento una prima ipotesi progettuale, sulla quale si è scatenato un dibattito acceso tra le comunità interessate e sulla quale sono state avanzate alcune riserve e perplessità da approfondire.
Le scelte progettuali, così come prospettate dalla commissaria Fiorani al Parlamento, presentano notevoli criticità, il che, a dispetto di quanto si possa inizialmente pensare, non gioverebbe ad alcun territorio della provincia di Salerno, mettendo definitivamente in ginocchio una delle aree più popolose del Sud Italia. Le criticità evidenziate sono principalmente:
– non destinare investimenti sulla linea ferroviaria che attraversa il Cilento, al fine di innalzare la velocità a 200 km/h, anche prevedendo la variante Ogliastro – Sapri, così come previsto nel Contratto di Programma vigente e sottoscritto tra RFI e MIT, significa emarginare una vasta area tra le maggiori mete turistiche del Mezzogiorno da collegamenti adeguati, territorio che già paga a caro prezzo l’assenza di una adeguata infrastruttura viaria e di isolamento delle aree interne rispetto ai centri di aggregazione. Indipendentemente dalla suddetta variante è necessario, comunque, intervenire sulla linea esistente, rettificando il tracciato delle curve, ampliandone il raggio e permettendo una congrua elevazione della velocità dei treni, con apprezzabile risparmio dei tempi di percorrenza sulla tratta Ogliastro – Sapri;
– l’esclusione di Battipaglia entra in contrasto con la valorizzazione dello scalo avviata con la fermata dei treni Frecciarossa nello scorso ottobre e – così come mi era stato personalmente illustrato dall’AD delle Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti – con la creazione di un hub alta velocità per lo scambio con il trasporto ferroviario – sia metropolitano che regionale – nonché aeroportuale, con la prossima apertura dello scalo di Pontecagnano. È ancora più incomprensibile escludere lo scalo di Battipaglia, alla luce della centralità che riveste all’interno del sistema trasportistico, favorita dalla sua posizione baricentrica sia verso il Cilento e sia verso il Vallo di Diano;
Tale estromissione significa non tener conto sia delle reali esigenze di mobilità che gravano sul territorio e sia estromettere tutto ciò che riguarda il turismo e il settore agroalimentare, motore principale dell’economia del Mezzogiorno;
– la scelta di ubicare la stazione Salerno AV fuori dalla città, senza alcun collegamento con le principali direttrici ferroviarie metropolitane e regionali, aggraverebbe la mobilità su gomma, intasando il raccordo autostradale Salerno-Avellino;
– non prevedere nel Vallo di Diano una stazione AV e l’interconnessione con la linea regionale Sicignano-Lagonegro, significa rendere l’infrastruttura un’opera inutile e non in grado di risolvere i problemi di coesione sociale per un vasto territorio, qual è la provincia di Salerno.
I rappresentanti del territorio della provincia di Salerno, ai vari livelli istituzionali, hanno il diritto di pretendere l’apertura di un tavolo di confronto e concertazione, per definire la migliore soluzione progettuale per la linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, anche in forza dell’articolo 10 del Trattato UE, che sancisce il principio di prossimità, ossia che le decisioni devono essere prese nella maniera il più possibile vicina ai cittadini coinvolgendo nel modo più efficace possibile le amministrazioni nazionali e locali.
Ascolterò a stretto giro il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, chiedendo che, prima di prendere ogni decisione, bisognerà ascoltare e analizzare tutte le variabili collegate ad un’occasione unica per il risollevamento delle sorti della provincia di Salerno e del Mezzogiorno intero.