Ambiente. Gibertoni (Misto): no a trivellazioni, avviare vera transizione energetica

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Scade oggi, rimarca la consigliera, “la data entro la quale la Regione Emilia-Romagna doveva inviare le proprie osservazioni sul rapporto preliminare del Pitesai rispetto alle aree emiliano-romagnole impattate dalle trivellazioni”

“Essendo scaduto oggi il termine per la consultazione con il Mise, quale posizione ha preso la Regione Emilia-Romagna rispetto alle aree regionali impattate da permessi (presenti e futuri) di ricerca di idrocarburi?”.

A chiederlo, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni (Misto), che vuole quindi sapere (dalla stessa amministrazione) se stia pensando “di porre fine, in via definitiva, alle trivellazioni sul proprio territorio per avviarsi verso una transizione energetica vera e propria, senza più impatti negativi per il sottosuolo, l’ambiente e il paesaggio”.

In Emilia-Romagna, spiega la consigliera, “risultano, al momento, sospesi decine di permessi di ricerca che rischiano quindi di ripartire a breve, sia sulla terraferma che nel mare”. Infatti, rimarca, “nelle aree che il futuro Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) giudicherà ‘compatibili’ riprenderanno efficacia i permessi di prospezione e ricerca (se il Pitesai non dovesse essere approvato entro il prossimo 13 agosto tutti i titoli riprenderanno efficacia)”. Scade oggi, rimarca poi la capogruppo, “la data entro la quale la Regione Emilia-Romagna doveva inviare le proprie osservazioni sul rapporto preliminare del Pitesai rispetto alle aree emiliano-romagnole impattate dalle trivellazioni””.

Intanto, si legge nell’atto, “sarebbero state rinnovate concessioni nel modenese e nel bolognese”.

Diverse associazioni ambientaliste, conclude Gibertoni, “protestano contro una ‘transizione ecologica’ che di ecologico non mostra molto, rilevando poi che ‘manca in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, di recente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della Ue), che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che prevede, di conseguenza, un fermo di tutte le attività correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove operazioni di ricerca e prospezione degli idrocarburi'”.

(Cristian Casali)