ANCORA LAVORO E FIGLI

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Chi lavora da casa, lavora. Non può prendersi cura dei figli.
Sembrerebbe inutile dirlo, ma invece serve. Non c’è solo una dichiarazione un po’ scivolosa e poi smentita di una ministra. I provvedimenti recenti del governo dicono che i genitori che lavorano da casa hanno in realtà un doppio lavoro, anche quello di cura dei figli.
Il DL 30 del 13 marzo 2021 prevede infatti che i genitori in smart working (ma preferisco dire che lavorano da casa, perché dire così descrive meglio la realtà nella quale non c’è niente di smart nell’essere continuamente divisi tra computer, telefono e figli) non possono richiedere nessuno degli strumenti del governo per prendersi cura dei figli. Le mamme e i papà al lavoro da casa non hanno diritto ai congedi parentali né ai voucher per i servizi di baby sitting.
Va ancora peggio per i lavoratori essenziali: cassiere dei supermercati, guidatori di tram, farmacisti. Non possono assentarsi dal lavoro, e anche per loro non sono previsti aiuti per pagare altre persone che si prendano cura dei figli.
I genitori quindi come fanno? Lavorano quando i figli dormono, parcheggiano i figli davanti alla TV, lavorano male e si prendono cura male dei bambini. Mi è capitato in questi giorni di chiamare persone e sentire i figli sotto, piangere. Di fare riunioni interrotte da piccoletti con le mani sporche di colla o che cadevano dal divano.
Questa situazione non è accettabile. Le misure prese dal governo nel DL 30 del 13 marzo non sono sufficienti.
Insieme a Chiara Gribaudo, Romina Mura, Debora Serracchiani, Elena Carnevali, stiamo lavorando per cambiare il decreto 30 con alcuni emendamenti per:
– Allargare i congedi parentali per chi lavora da casa;
– Allargare I voucher per il baby-sitting a coloro che ne sono rimasti esclusi, cioè tutti i lavoratori essenziali e a chi lavora da casa.
Mi sto battendo per la riapertura di nidi e materne in zona rossa, in tanti Paesi europei continuano a rimanere aperti, è una questione condivisa su cui dobbiamo muoverci. Per i genitori e bambini è fondamentale, soprattutto se così piccoli.
Per questo oggi ho raggiunto in Piazza del Parlamento le attiviste del Giusto Mezzo, che hanno simbolicamente consegnato al Presidente Draghi una scatola con gli strumenti di lavoro delle donne: moltissime non possono continuare a lavorare nelle condizioni attuali, tanto vale rinunciare a camici, pc e ogni altro attrezzo, conciliare lavoro e cura dei figli da casa è impossibile.
Ci batteremo per migliorare il decreto, perché senza queste modifiche a farne le spese saranno i bambini e soprattutto le madri lavoratrici.