ANTEPRIMA TERZA EDIZIONE DI ‘PROIEZIONI DI CITTÀ’

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Domenica 14 luglio – ore 19
Parco Archeologico della Porta Palatina

ingresso libero

L’Odisseo migrante di Giuseppe Cederna (accompagnato dalle composizioni di Willy Merz e del CLG Ensemble) e un filmato sulla Torino anni 60 sono i protagonisti di una serata speciale, in un luogo inaspettato e simbolico delle trasformazioni urbane e sociali della città

TORINO – Le trasformazioni urbane e sociali, le migrazioni e l’accoglienza: temi di attualità che stanno nel cuore della narrazione delle città che cambiano. Per questo motivo Urban Lab ha deciso, per questa anteprima alla terza edizione di Proiezioni di città, di raccontare una storia di viaggi migratori da paesi lontani. Torino è infatti una delle città simbolo di questi flussi: dal sud Italia al sud del mondo, passando per l’est Europa e l’estremo Oriente, il melting pot di persone che si sono sovrapposte ha plasmato intere aree della città, definendone abitudini, usi e costumi. Una popolazione che ha nella trasformazione e nel mescolamento uno dei principali segni distintivi della sua storia.

A fare da cornice a questo evento, prodotto in collaborazione con Flowers Festival, è il Parco Archeologico della Porta Palatina, un luogo suggestivo utilizzato per la prima volta come palcoscenico, collocato a pochi passi da Porta Palazzo, una delle zone più coinvolte nella trasformazione urbana e sociale di Torino.

In apertura di serata il documentario L’età di Torino (Massimo Mida, 1968, 11′), un film conservato dall’Archivio Nazionale Cinema Impresa in cui è protagonista la Torino degli anni ’60 con i cambiamenti prodotti dall’industrializzazione, l’immigrazione e la modernizzazione.

A seguire Odisseo, l’emigrante, lo spettacolo portato in scena da Giuseppe Cederna in cui protagonista è la storia di Odisseo, un migrante mediterraneo sulla via del ritorno, narrata da Omero. Dalla ninfa Calipso all’incontro con la giovane Nausicaa, la figlia del re Alcinoo; la partenza, l’addio all’immortalità, la tempesta e l’approdo nell’isola dei Feaci; la cetra di Demodoco e le lacrime degli eroi; e intanto la fuga di Telemaco alla ricerca del padre, l’agguato dei pretendenti, la protezione di Atena.

Il suo racconto viene accompagnato dalle composizioni di Willy Merz e dello straordinario CLG Ensemble diretto da Dario Bruna.

L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria (www.urbancenter.to.it) fino a esaurimento posti prato. Non ci sono sedie, quindi si consiglia agli spettatori di portarsi un plaid.

Proiezioni di Città 2019

dal 12 al 14 settembre

Urban Lab presenta la terza edizione della serie di proiezioni cinematografiche dedicate alla città. Tre i temi affrontati quest’anno – Città e lavoro, Città e donne, Città e musica – che saranno sviluppati, ogni sera, attraverso: un incontro di musica e letteratura dedicato al tema della serata, a cura di Flowers Festival e Scuola Holden; i filmati conservati da Archivio Nazionale del Cinema Impresa e Superottimisti-Associazione Museo Nazionale del Cinema, dedicati alla città e suoi cambiamenti sociali e di costume; la proiezione del lungometraggio a tema, selezionato dal Museo Nazionale del Cinema.

Tutte le serate saranno a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Proiezioni di Città 2019 è un progetto di Urban Lab in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Flowers Festival, Archivio Nazionale Cinema Impresa, Superottimisti-Associazione Museo Nazionale del Cinema e Scuola Holden

Info sugli artisti

Giuseppe Cederna

Giuseppe Cederna (Roma, 25 giugno 1957) è un attore e scrittore.

Esordisce come attore cinematografico nel 1982 con Cercasi Gesù di Luigi Comencini. Tra le sue interpretazioni più note vi è la parte del soldato Antonio Farina nel film Mediterraneo (1991); la pellicola ha vinto il premio Oscar per il miglior film straniero nel 1992. Sempre diretto da Gabriele Salvatores aveva precedentemente interpretato il ruolo di uno degli amici trentenni nel cult movie Marrakech Express (1989).

All’attività cinematografica affianca quella letteraria – tra i titoli: Il grande viaggio (Feltrinelli, 2004) e Piano americano (Feltrinelli, 2011) e quella teatrale con spettacoli di lettura pubblica.

Willy Merz

Nato a Lausanne (Svizzera) si è diplomato in Composizione e in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio di Milano, perfezionandosi all’Accademia Chigiana di Siena con Franco Donatoni, all’IRCAM di Parigi e con Ferdinand Leitner in Direzione d’orchestra.

Il suo linguaggio musicale è improntato alla ricerca di nuove proporzioni armoniche basate sull’immaginazione di spazi tonali non-euclidei (iperbolici).

Scrive su commissione per importanti istituzioni musicali tra cui Teatro Colòn (Buenos Aires),

Teatro Regio (Torino), Orchestra Haydn di Bolzano, Orchestra Sinfonica di Tenerife (Spagna)

collaborando con solisti quali S. Azzolini, A. Lonquich, M. Bourgue, D. Chenna, C. Gasdia, H. Perl, G. Balestracci, U. Clerici, Trio Debussy.

Premiato nel 2003 dal Concours International de Composition di Friburgo, è stato “Compositore in residenza” presso la Cité des Arts (Parigi ), la Fondazione Gustavsson (Islanda), l’Altes Spittal (Solothurn,Svizzera), l’ATCSL (Erevan,Armenia).

I suoi lavori sono pubblicati dalla casa editrice 4′ 33” di Monaco di Baviera.

Il suo CD Dépaysements, pubblicato da Stradivarius ( Milano ) è stato segnalato con “quattro stelle” da Le Monde de la Musique (Parigi).

CLGEnsemble

CLGEnsemble è una Cooperativa Sociale che gestisce un centro diurno per disabili psicofisici, con sede a Chivasso (TO). Dal 1996, insieme agli ospiti disabili, si dedica alla realizzazione di percorsi e progetti musicali a carattere relazionale; l’intento è quello di proporre un progetto capace di integrare in modo efficace la disabilità con i professionisti della musica. In questi ultimi anni il CLGEnsemble ha intrapreso la pratica di un lungo percorso di segni sonoro-musicali, lavorando sulla traduzione tra suono e colore ha dato vita ad un Vocabolario di segni che utilizza come vere e proprie partiture di un proprio linguaggio musicale. Ogni ospite ha sviluppato la pratica di esprimersi abbinando i vari strumenti musicali ad un suono, a forme e colori, mantenendo la percezione della musica generale dell’Ensemble. Questo metodo di lavoro ha portato il CLGEnsemble a lavorare sulle traduzioni tra la musica e tutte le altre discipline quali lettura, gastronomia, arte contemporanea, cinema, architettura.