Dotato di una costanza per lo studio e per il lavoro non comuni, Miglio ha sempre occupato con competenza incarichi di grande rilievo. Per molti anni presidente della Fondazione, oggi è al vertice della Cassa di Risparmio di Fossano. Brillante e pratico non si ferma difronte a nessun ostacolo. Da sempre amico del professor Giovanni Quaglia ne segue le orme e gli insegnamenti. Anni fa sembrava che le piccole Casse di risparmio fossero destinate a scomparire. Una legge prevedeva che le Fondazioni cedessero il controllo della banca partecipata decretandone di fatto la morte. È quello che è successo alle Casse di Saluzzo e Bra incorporate dalla Bper, guidata da Alessandro Vandelli. Con un’impresa, che non è esagerato definire storica, Antonio Miglio combatté una guerra, praticamente da solo, sino ad ottenere una deroga alla norma per le piccole casse. Fu un grande successo personale dovuto ad una straordinaria determinazione per una causa che aveva ottime motivazioni e che in seguito molti fecero propria. La scomparsa delle banche di medie e piccole dimensioni si rivela per i territori una vera iattura con una diminuzione della concorrenza. Ne sa qualcosa il Sud Italia dove queste realtà da anni sono scomparse. Antonio non perde tempo in chiacchiere inutili ed in complimenti. Va diritto al sodo e raggiunge sempre gli obiettivi stabiliti. Per molti anni è stato vicepresidente dell’Acri e più volte è stato elogiato, in pubblico ed in privato, dal presidente Giuseppe Guzzetti. Un personaggio quest’ultimo che non parla mai a vanvera.