APPELLO A DRAGHI: ECCELLENTE L’ACCELERAZIONE IMPRESSA ALLE VACCINAZIONI

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APPELLO A DRAGHI: ECCELLENTE L’ACCELERAZIONE IMPRESSA ALLE VACCINAZIONI, MA PROPRIO PER QUESTO ORA SI DEVE ACCELERARE SU NUOVI E MAGGIORI AIUTI AL COMMERCIO TRADIZIONALE, BAR, HOTEL E RISTORANTI, VITTIME DI UNA CATASTROFE ANNUNCIATA UN ANNO FA

L’ANALISI DI IVANO TONOLI, PRESIDENTE DI CONFEDES, DOPO I RECENTI SCONTRI SOCIALI DAVANTI AL PARLAMENTO: “250.000 LAVORATORI AUTONOMI E DIPENDENTI DEI PUBBLICI ESERCIZI DA UN ANNO SONO SENZA OCCUPAZIONE NE’ SOSTEGNI, IL SETTORE HORECA DA SOLO PERDE OLTRE UN MILIARDO E MEZZO A SETTIMANA. I DISASTRI DI CONTE E DEL PRECEDENTE GOVERNO CONTINUANO A PESARE PERCHE’ L’IMMEDIATEZZA DEGLI AIUTI ERA FONDAMENTALE, MENTRE ADESSO SERVE UN SFORZO DECUPLICATO”

TRA LE PROPOSTE: IL RAFFORZAMENTO DELLA DOTE CONFERITA AL FONDO DI GARANZIA DELLE PMI, CON UNA SEZIONE SPECIALE DEDICATA ALL’HORECA, E L’ATTIVAZIONE DI PROTOCOLLI SANITARI BINAZIONALI CHE PERMETTANO ALL’ITALIA DI TORNARE A RICHIAMARE ARRIVI E PRESENZE IN SICUREZZA DALL’ESTERO COME GIA’ ALTRI PAESI UE STANNO FACENDO PER SALVARE LA PROSSIMA STAGIONE ESTIVA

L’accelerazione impressa al piano di vaccinazione, con l’istituzione di una sola cabina di regia e di decisione in grado di superare la disastrosa frammentazione causata da Conte, è la condizione grazie alla quale il nuovo Premier Prof. Mario Draghi consentirà al nostro Paese di recuperare i pesantissimi ritardi accumulati nel cammino di immunizzazione dei Cittadini. Proprio per questo, è decisivo e non più rinviabile lo stanziamento cui segua l’immediata erogazione di aiuti a bar, ristoranti, alberghi e negozi della tradizione, altrimenti gli scontri sociali ai quali drammaticamente abbiamo assistito saranno solo la punta di un iceberg destinato a farci affondare tutti, ma proprio tutti.

Fin dalla primavera dello scorso anno, del tutto inascoltata, la Confederazione datoriale e sindacale Confedes, cercò di farsi interprete di un disagio diffuso e trasversale, sottolineando la totale inadeguatezza e inappropriatezza della inutile successione di decreti a firma Conte e Gualtieri che da un lato aumentavano a dismisura il debito pubblico presente e futuro, dall’altro causavano l’aumento altrettanto a dismisura del debito privato di famiglie e piccole imprese, circostanza mai avvenuta nella storia dell’Italia.

Con una media di aiuti pari a 100.000 euro per ogni azienda a rischio nel settore dei pubblici esercizi – dove a differenza di quanto pensa una certa sinistra grillina e post comunista ideologica, le probabilità di evasione sono pari a zero, mentre in gioco era il futuro di centinaia di migliaia di famiglie i cui componenti non di rado erano occupati tutti nella medesima attività – sarebbe stato possibile trarre in salvo le 245.000 Partite Iva di settore che si sono dovute arrendere all’aggressività di un virus cinese non prevenuto da Conte e all’immobilismo di quest’ultimo. L’esborso per il bilancio dello Stato sarebbe ammontato a non più di 30 miliardi di euro, l’esatto ammontare di quanto ci costa l’inutile reddito di finta cittadinanza; ma i benefici complessivi e finali sarebbero stati tali da evitare una capitolazione, purtroppo oramai avvenuta prima dell’insediamento di Mario Draghi al vertice di Palazzo Chigi, il cui necessario risanamento comporterà uno sforzo almeno decuplicato.

Stiamo infatti parlando di un comparto molto articolato, che mobilita la più vasta filiera del valore agricolo e agroalimentare vanto Italiano nel mondo, e che da solo rappresenta un quinto dell’intero reddito nazionale: il settore HoReCa, da un anno a questa parte, sta perdendo oltre un miliardo e mezzo alla settimana, corrispondente a un crollo di volume d’affari insostenibile in termini oggettivi; coloro che, tra autonomi e dipendenti, hanno perso a oggi il lavoro sono 250.000, quindi un nuovo disoccupato ogni quattro si è verificato nell’ambito dei pubblici esercizi.

Siccome siamo assolutamente certi che, in virtù dei provvedimenti assunti dal Premier Draghi sul piano vaccinale, entro pochi mesi l’Italia potrà sostanzialmente fuoriuscire dal drammatico tunnel virale in cui perdura tuttora, proprio questi pochi mesi devono coincidere con la monetizzazione di aiuti senza precedenti, perché la pandemia economica minaccia di essere addirittura molto meno guaribile di quella sanitaria!

Le nostre proposte, che condividiamo in un’ottica collaborativa e sussidiaria con le altre organizzazioni di categoria e imprenditoriali, acquistano – dopo gli ultimi avvenimenti – una importanza strategica ulteriormente accresciuta: proponiamo un rafforzamento della dote patrimoniale del Fondo di garanzia per le PMI gestito dal Medio Credito Centrale, con l’istituzione di una sezione speciale per il Settore HoReCa al fine di incentivare le erogazioni creditizie garantite a favore dello stesso; chiediamo una Pace fiscale autentica, che consenta a milioni di famiglie di lavoratori autonomi e dipendenti di archiviare una volta per tutte e sostenibilmente i propri conti con l’Erario, in maniera da poter subito dopo ripartire con una Seconda Possibilità, mentre oggi 3 Contribuenti su 4 continueranno a non poter accedere a questa opportunità; infine, sulla base di quanto stanno facendo fin d’ora realtà come Spagna e Grecia al fine di salvaguardare la stagione turistica estiva, prospettiamo il varo di protocolli sanitari binazionali per valorizzare gli investimenti compiuti da moltissimi pubblici esercizi per igienizzare e sanificare spazi e locali, così da consentire in totale sicurezza, mentre la campagna di vaccinazione prosegue, un rinnovato ciclo di arrivi e presenze di visitatori da altri Paesi.

Perché l’esperienza e la statistica insegnano che, nei pubblici esercizi, se un bar o un ristorante stanno fermi per un anno è come se ne avessero persi dieci. E, se gli aiuti e gli sforzi non saranno decuplicati, per fare fronte alle conseguenze dei macroscopici errori grillini e pidini, a essere moltiplicati per dieci saranno lutti economici e scontri sociali.