ArcelorMittal: M5S, Anche su acqua Taranto paga scotto Regione assente

0
77

“È un bene che il tema dei reflui dei depuratori di Taranto da utilizzare per i processi industriali sia ritornato all’attenzione dell’opinione pubblica. Dalla lettera inviata da Mittal si evince chiaramente che l’azienda non ha nulla in contrario a utilizzare l’acqua proveniente dai depuratori al posto di quella potenzialmente potabile del Sinni, purché essa sia qualitativamente idonea. Si evince altresì che l’inerzia della Regione Puglia a guida sia del centrosinistra/destra – che vede in Emiliano un governatore inadempiente – dura da sin troppo tempo.
A meno di due mesi dalle elezioni regionali, l’evidenza dei fatti dimostra il fallimento di Michele Emiliano, molto attivo in tv e sui giornali ma disastroso nella gestione delle materie di propria competenza, come ad esempio nel caso del riutilizzo a scopi industriali dei reflui dei depuratori tarantini. Senza dimenticare la storia dell’invaso del Pappadai – collegata al destino dei depuratori tarantini -, uno dei più grandi scandali della storia della regione Puglia in termini di spreco di denaro pubblico, che dura da oltre 25 anni per una spesa di circa 250 milioni di euro. L’invaso sarebbe dovuto entrare in servizio grazie alle acque ‘Sinni’, ma di fatto non ha mai ricevuto quest’acqua in quanto intercettata dall’Ilva. L’inerzia di Emiliano vanifica quindi anche l’entrata in funzione del Pappadai, affidato ai consorzi di bonifica della Regione Puglia: uno scandalo nello scandalo!”. Lo dichiarano i deputati del M5S di Taranto, Giovanni Vianello e Gianpaolo Cassese, a seguito della lettera inviata da A.Mittal sul tema del riutilizzo dei reflui dei depuratori di Taranto.