Audizione associazioni di categoria su nuove regole sul default bancario: tutelare le imprese

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Economia. Audizione associazioni di categoria su nuove regole sul default bancario: tutelare le imprese

I rappresentanti delle categorie imprenditoriali hanno riferito della situazione di sofferenza in cui versano numerose aziende del territorio regionale, in particolare di piccole e medie dimensioni, imprese che devono essere aiutate (aziende che hanno bisogno di liquidità)

Audizioni delle associazioni di categoria sulla nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli (sostituito oggi dal vicepresidente Stefano Bargi), in congiunta con la commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini.

Con il nuovo regolamento (valido da gennaio) le banche definiscono automaticamente come inadempiente il cliente che presenta un arretrato da oltre 90 giorni, il cui importo risulti per i privati e per le piccole e medie imprese superiore ai 100 euro e superiore all’1 per cento del totale delle esposizioni verso il gruppo bancario e per le grandi imprese superiore ai 500 euro e superiore all’1 per cento del totale delle esposizioni. Diventa quindi fondamentale, per evitare la classificazione a default, onorare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente e rispettare il piano di rimborso dei propri debiti, non trascurando anche gli importi di modesta entità.

Per le associazioni di categoria, in particolare collegate all’imprenditoria, sono intervenuti Marcella Contini (Cna), Marco Amelio (Confcommercio), Marco Pasi (Confesercenti), Luca Rossi (Confindustria), Maria Pungetti (Confprofessioni) e Federica Balestri (Ance).

I rappresentanti delle categorie imprenditoriali hanno riferito della situazione di sofferenza in cui versano numerose aziende del territorio regionale, in particolare di piccole e medie dimensioni, imprese che devono essere aiutate (aziende che hanno bisogno di liquidità). Hanno poi spiegato che i criteri adottati con la nuova disciplina bancaria sono fortemente penalizzanti per le aziende (oltre che per le banche), potrebbe aumentare enormemente il numero di imprese inadempienti. Quindi, per le associazioni, in una fase complessa come questa è sbagliato introdurre ulteriori rigidità nel sistema.

Gianni Bessi (Pd) ha spiegato che “molte imprese potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di forte difficoltà”. “Un problema in più in questo periodo di grave crisi”. “Oltre il 50 per cento delle 450mila imprese registrate sul territorio- ha sottolineato il consigliere- opera con il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario e potrebbero quindi essere soggette a una situazione di rischio”.

Lo stesso Bessi ha presentato una risoluzione (sottoscritta anche dai colleghi Pillati, Bulbi, Caliandro, Montalti, Rossi, Sabattini, Costi, Fabbri, Zappaterra, Mori, Rontini, Daffadà e Tarasconi), approvata in commissione Bilancio a inizio febbraio, per chiedere all’esecutivo di intervenire, nelle sedi dovute, per favorire la risoluzione di questi problemi.

Luca Sabattini (Pd) ha spiegato che da parte dell’Assemblea legislativa “c’è la volontà di affrontare questo tema (già dalla sessione europea), che non può essere scollegato dalla questione del credito”.

Per Michele Facci (Lega) “le nuove limitazioni potrebbero compromette una situazione già di per sé difficile, l’emergenza non è più solo sanitaria ma anche economica”. Per il consigliere “è necessario attivare ulteriori misure rispetto a quelle che ci sono oggi”.

(Cristian Casali)