SETTORE ITTICO, FAI FLAI UILA: “SUBITO AMMORTIZZATORE SOCIALE STRUTTURATO PER I PESCATORI”

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Un sistema strutturato di ammortizzatori sociali, in grado di compensare le giornate di lavoro perse in particolare a causa del maltempo, riconoscere la pesca quale attività usurante e dare attuazione al testo unico sulla sicurezza. Queste le priorità evidenziate da Fai, Flai e Uila Pesca nel corso dell’audizione in Commissione agricoltura della Camera sulle tre proposte di legge recanti interventi per il settore ittico.

In particolare, Fai-Flai-Uila Pesca ritengono che, l’estensione della Cisoa agricola ai lavoratori della pesca rappresenterebbe una delle soluzioni più idonee a garantire non solo continuità di reddito a copertura dei periodi di sospensione dell’attività lavorativa e certezza dei tempi di erogazione delle prestazioni per i lavoratori, ma anche semplificazione per le imprese. L’urgenza di un ammortizzatore strutturato per il settore, ormai in crisi da anni, è tale per cui il sindacato chiede di non rinviare ad una legge delega la risoluzione di tale problematica.

In merito al riconoscimento del carattere usurante della pesca Fai-Flai-Uila Pesca hanno ribadito come, oggi, sia scientificamente provato che questo settore è esposto ad altissimi e molteplici rischi e la pesca è riconosciuta dall’Organizzazione internazionale del lavoro come l’attività più pericolosa al mondo. Altro tema sollevato da Fai-Flai-Uila Pesca è quello riguardante la salute e la sicurezza a bordo. Essendo la pesca rimasta fuori dall’applicazione del Dlgs 81/08, i sindacati hanno ribadito l’urgenza di emanare i decreti attuativi del testo unico sulla sicurezza.

Per Fai-Flai-Uila Pesca, infine, la discussione sulla proposta di legge per il settore ittico deve incastrarsi anche con la scadenza di novembre 2019, data entro la quale l’Italia deve recepire la Direttiva 159 del 2017 che, di fatto, introduce la Convenzione ILO C 188 sul lavoro nella pesca nel diritto comunitario. Convenzione che l’Italia non ha ancora ratificato e che prevede, tra l’altro, l’equiparazione dei lavoratori della pesca a quelli degli altri settori in materia di sicurezza sociale.