Il colpo di Stato in Birmania dimostra ancora una volta la fragilità della democrazia che sempre va protetta e rafforzata. Il golpe è arrivato dopo giorni di tensione tra il governo regolarmente eletto e l’esercito che contestava irregolarità nel voto. La leader birmana della Lega Nazionale per la Democrazia, Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e vincitrice alle tornata elettorale di novembre, è stata arrestata insieme ad altri membri del governo del Myanmar. Subito dopo, i militari hanno annunciato l’imposizione di uno stato di emergenza per la durata di un anno. Silenziati i mass media: attualmente le tv e le radio birmane non sono in grado di trasmettere. Un appello di Suu Kyi, è arrivato subito dopo la cattura attraverso l’account Facebook del partito: “protestate con tutto il cuore contro il golpe”, l’invito rivolto alla popolazione. Quello di oggi in Birmania, è il terzo colpo di stato dall’indipendenza del 1948. Purtroppo gli interessi economici che sinora hanno guidato i vari golpe sopravanzano l’interesse a che nel paese esista una vera democrazia. Poteri forti ed in genere occulti tramano sempre ed è necessaria tutta l’attenzione dei cittadini affinchè sia garantita la democrazia ed il rispetto dei più elementari diritti. In Myanmar sono ricorsi all’esercito ma nei paesi avanzati i golpe si fanno con la pessima informazione. Non sono necessari interventi cruenti. Basta addormentare le coscienze e lo spirito critico e questo si fa con i mass media. Meditate gente meditate