Autonomia e sussidiarietà non hanno colori politici

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L’autonomia differenziata non è né di destra né di sinistra ma è scolpita nella Costituzione.

Questa mattina sono intervenuto in Senato alla 9a Assise della Sussidiarietà organizzata dal Comitato europeo delle Regioni e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome sul tema “Sussidiarietà attiva: creiamo insieme un valore aggiunto europeo”.

In Europa i processi di convergenza economica, di coesione sociale e integrazione culturale e territoriale passano necessariamente attraverso la forza che avranno i singoli Stati nazionali nell’attuare fino in fondo il principio di sussidiarietà, inteso come modello sociale, più coerente con la trasformazione della società in ogni momento storico. L’Europa delle Regioni è stata una grande intuizione finita però nelle sabbie mobili della mancanza di coraggio. Per realizzarla serve tanto coraggio in più e un’Europa più forte e più semplice.

Questi obiettivi nel nostro Paese possiamo raggiungerli da un lato responsabilizzando sempre più Regioni e Città sui servizi e sulle richieste di imprese e cittadini e, dall’altro, rafforzando la capacità degli Stati nazionali, anche attraverso politiche pubbliche europee che attuino una vera e propria perequazione per ridurre le diseguaglianze crescenti.

Dobbiamo aprire un grande fronte, e qui si inserisce la legge quadro sull’autonomia differenziata che stiamo ultimando, per far diventare prioritarie le aree interne i territori di montagna e tutte le aree in ritardo di sviluppo in tutto il paese da sud a nord.