Autostrade, Atlantia continua a difendersi mentre la revoca delle concessioni è sempre più un miraggio

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Il gruppo Benetton continua nella sua difesa a oltranza, approfittando della benevolenza di un governo che aveva promesso di inchiodare Autostrade per l’Italia alle proprie responsabilità, revocando le concessioni dopo la tragedia del Ponte Morandi e i tanti, troppi disagi fatti registrare ovunque lungo le nostre tratte, e che invece continua a rimandare, aprendo a trattative e semplici multe. Uno spazio nel quale si è mosso di recente Carlo Bertazzo, dal 13 gennaio 2020 nuovo amministratore delegato di Atlantia, la holding di partecipazioni cui fa capo Autostrade per l’Italia. Che, attraverso le pagine de La Stampa, si è lanciato in un accorato appello.
Autostrade, Atlantia continua a difendersi mentre la revoca delle concessioni è sempre più un miraggio

“Non distruggete il gruppo Autostrade” è stato il grido di un addolorato Bertazzo. Consapevole del fatto che il vento stia cambiando e che il governo giallorosso inizi a pendere sempre più dalla parte di Matteo Renzi, da sempre contrario alla revoca delle concessioni. “Revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia vorrebbe dire compromettere un’azienda e mettere a rischio un gruppo leader mondiale nel suo settore, e quindi importante per il Paese – ha spiegato Bertazzo – Noi diamo concreta disponibilità al governo per trovare una soluzione equilibrata nell’interesse generale”.

Non mancano, ovviamente, le scuse alle famiglie delle vittime della tragedia del Ponte Morandi. Poi la presa di distanza da quel mondo di manager cinici evidenziato dalle intercettazioni: “Non avremmo mai potuto immaginare che ci fossero persone così distanti dall’etica aziendale”. E la promessa di un nuovo inizio: “Vogliamo trasformare la stessa holding, lasciando piena autonomia alle partecipate con cda e manager più forti. Punteremo sul ricambio manageriale, sull’investimento sui giovani talenti, su un cambio di cultura aziendale”. Infine, la mano testa al governo per un nuovo inizio, senza scossoni, come si fa nelle migliori famiglie di fronte alle difficoltà.

“C’è la massima disponibilità da parte di Aspi a trovare un nuovo equilibrio con il concedente per superare questa fase. Abbiamo volontà e determinazione per fare un cambio di passo che potrà portare benefici importanti al Paese”. Entro il 2038, è l’impegno, l’infrastruttura sarà completamente ammodernata. Annunciando che a breve gli italiani potranno già intravedere “la polvere dei cantieri aperti”. Tutto bello, tutto giusto. E chi sa che non sia servito a convincere altri della bontà della decisione di dire stop all’ipotesi della revoca delle concessioni. Con buona pace di chi, soprattutto tra gli elettori del Movimento Cinque Stelle, per un po’ ci aveva persino creduto.