AUTOSTRADE. MALAN (FI): GOVERNO FERMI REGALI A BENETTON

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Ho dovuto intervenire in Senato per chiedere che il ministro Giovannini risponda alle mie interrogazioni riguardanti i rapporti del ministero da lui guidato con la società Atlantia della famiglia Benetton

In particolare, in una interrogazione del 4 marzo, ribadita con ulteriori domande il 24 marzo, segnalavo che un alto dirigente del Ministero delle Infrastrutture il 6 aprile 2020 aveva autorizzato a nome del Ministero stesso la durata della concessione della lucrosissima tratta Brescia-Padova fino al 2026 nonostante nel 2007 tale concessione fosse stata prorogata in funzione della realizzazione della tratta Valdastico Nord e a condizione che entro la primavera del 2013 fosse presentato l’intero progetto definitivo.

Nessuna delle due condizioni si è verificata, ma il dirigente ha firmato lo stesso, sulla base di una deliberazione del CIPE del 18 marzo 2013, che però era stata definitivamente annullata dal Consiglio di Stato il 21 gennaio 2019, più di un anno prima. Mi aspettavo che il ministro mi ringraziasse e provvedesse a sanare l’incresciosa situazione che fa incassare indebitamente ad Atlantia/Benetton 1 milione e 158mila euro al giorno, somma che dovrebbe andare allo Stato, proprietario della infrastruttura.

Invece, non solo non ha ringraziato, ma non ha neppure risposto alle mie interrogazioni (pur essendo ben oltre i termini previsti dal Regolamento del Senato), né ha sanato la situazione, che continua incredibilmente a protrarsi. Nessuna risposta neppure alla mia interrogazione del 20 aprile sulla carenza di manutenzione sulla rete di Autostrade per l’Italia e su cosa avesse fatto il Ministero in merito, carenza che si è trasformata in dividendi per gli azionisti e in deterioramento di autostrade di proprietà dello Stato, culminata con il tragico crollo del Ponte Morandi.

Tutto questo mentre va avanti la manovra di acquisizione della quota di Atlantia in ASPI facendo spendere allo Stato 7,3 miliardi più di quanto potrebbe fare avvalendosi della possibilità di recesso, chiaramente indicata nella Convenzione con Aspi, senza che il Parlamento ne sappia nulla. Evidentemente la strada parlamentare non sta funzionando. Dovrò rivolgermi altrove”. Lo dice il senatore Lucio Malan, senatore di Forza Italia.