Avvocati in campo contro gli attacchi al Pd che avvengono sulla Rete

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Un pool di legali per difendere l’immagine del Pd, perché la comunità democratica è continuamente infangata dai troppi attacchi messi in atto sui social. L’annuncio è arrivato oggi dallo stesso segretario dem che su Twitter ha postato una vignetta che ritrae la capitana Carola con il capogruppo Graziano Delrio: “Adesso basta – afferma – Gli attacchi al Pd sul web stanno diventando diffamazione. Per questo un team di avvocati è al lavoro per avviare azioni legali, fossero anche 100 al giorno. È tempo di reagire con forza, segnalateci tutto quello che vedete in rete”.

D’altra parte, fanno notare dal Nazareno, sono sempre più evidenti gli attacchi puramente diffamatori portati avanti dal M5S sui suoi canali ufficiali Facebook. Per non parlare del legame che c’è tra alcuni di questi post e ambienti sovranisti legati alla Lega e agli estremisti di Casa Pound. Per questo una squadra di avvocati ha avviato azioni legali a tutela del partito e della sua comunità, allo scopo di creare un’equazione tra i casi di cronaca di Bibbiano e le polemiche sui migranti seguite al caso Sea Watch.

Il caso che ha fatto andare su tutte le furie i dem è stata la diffusione di un hashtag diffamatorio su Twitter (#pdofili) e una petizione sulla piattaforma change.org che associa il Pd ai peggiori reati, che addirittura chiede le firme per lo scioglimento del partito.

Insomma, il solito modo infimo di fare politica, che forse ha qualche collegamento con la linea dello screditamento a tutti i costi seguita negli ultimi anni da Lega e Movimento Cinque Stelle Anzi, senza forse.

“Non si tratta più di un attacco basato su critiche politiche, ma di una campagna diffamatoria orchestrata per scatenare un’ondata di violenza – dicono dal team social del Pd – di fronte alla quale non possiamo restare a guardare. Non è più una questione di tutela dell’immagine della nostra forza politica e non solo di diffusione di fake news, si tratta di difendere i valori della democrazia italiana, perché la dialettica politica non si può fondare sulla diffamazione”.                                                                                                          di stefano minnucci fonte democratica.it