“Basta scaricabarile nello scontro governo-Regioni, la pandemia va governata”

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Ministra Teresa Bellanova, capodelegazione renziana nel governo, si poteva evitare lo scontro con le Regioni sull’ultimo Dpcm? I governatori non vogliono essere scavalcati e però neppure assumersi le loro responsabilità?
“Non raccontiamolo come se fosse un Far West. Lo scotto del difficile rapporto tra poteri dello Stato non lo scopriamo certo oggi. Era quello a cui cercava di dare soluzioni la riforma costituzionale di Renzi nel 2016. C’è questo problema. E in una situazione così complessa, è chiaro che vengono allo scoperto – direi nel modo peggiore, conflittuale – tutti i nodi irrisolti. Ora la casa brucia e governare la pandemia interloquendo con 20 sistemi sanitari differenti, non è semplice. Nella riunione di ieri ho messo in guardia da limitazioni che possono essere avvertite come punitive, e di conseguenza aggirate alla prima occasione con risultati devastanti”.

O è il governo che ha fatto a scaricabarile?
“Non mi interessa la dietrologia. Qui abbiamo tutti delle responsabilità e lo scaricabarile, se accade, è un esercizio pessimo. A ognuno il suo peso di responsabilità”.

Il governatore della Campania De Luca ha detto che più che contro il Covid sembra un Dpcm contro il randagismo.
“Non è il momento di battute e cabaret, non ci possiamo permettere fratture tra i livelli istituzionali. Dobbiamo affrontare la questione scuola, quella dei trasporti, le altre urgenze”.

Ora ci sarà un metodo per cogestire gli indicatori e quindi l’individuazione dei territori ad alto rischio?
“Non si tratta di cogestire per soluzioni al ribasso ma di costruire quadri di regole e di automatismi chiari e trasparenti, capaci di dare risposte alle criticità che possono scattare ma anche a quei territori che da queste criticità sono o ne vengono fuori. Serve uno sguardo lungo. Altrimenti si rischia di dire e fare cose come se non ci fosse il domani. Ma il domani c’è, e va preparato adesso. Io la chiamo strategia di un Paese che affronta l’emergenza e la pandemia ma non intende arrendersi. Per questo la battaglia sulla scuola è così essenziale e la presenza va garantita in ogni modo, mettendo in atto tutto quello che serve. Lo dice chi questa verità la conosce sulla sua pelle”.

Staremo tutti a casa dalle 22. Speranza, Boccia e Franceschini volevano dalle 20, lei dalle 23. Soddisfatta della soluzione?
“È una mediazione. Si sono guadagnate due ore per la vita delle persone e anche di alcuni segmenti produttivi senza togliere nulla alla necessità di comportamenti accorti e rigorosi”.

Per Italia Viva cosa è adesso indispensabile? Dopo il 3 dicembre, data in cui scadono queste misure, cosa accadrà?
“È indispensabile adesso quello che era indispensabile anche prima: costruire il dopo. Una strategia di sistema che affronti l’emergenza e, tassello dopo tassello, costruisca la visione futura”.

Errori e ritardi del governo, lei è disposta a riconoscerli?
“Sarei arrogante e irresponsabile se non li ammettessi. Ma sono disposta ad imparare dai miei errori e da quelli degli altri”.

La scuola, si riuscirà a mantenerla in presenza e a quali condizioni?
“L’ho detto in questi mesi con un’insistenza che non lascia dubbi: sulla scuola non vanno scaricate criticità che sono altrove, sanità e trasporti. Lucia Azzolina sabato ha messo a disposizione di noi tutti dati importanti. Non esistono luoghi veicolo di contagio perché il virus – purtroppo – circola con le nostre gambe. È un dato acquisito. Come il fatto che l’apprendimento ha bisogno della presenza. E che la scuola è il luogo dove si apprende e si cresce insieme. La dad, la didattica a distanza, è un mezzo importante ma non esaustivo. Per questo abbiamo fatto di tutto per mantenere in presenza i laboratori e garantire la frequenza delle alunne e degli alunni più fragili”.

Voi renziani insistete per la verifica politica, che ci dovrebbe essere domani sera. Si parlerà anche di rimpasto?
“Noi non abbiamo mai chiesto postazioni in più, non parleremo di rimpasto. Ma dobbiamo ridefinire il programma, è un’esigenza di tutta la maggioranza. Senza tutto questo pathos. Se Italia Viva insiste perché è necessaria e utile. Uno strumento e un metodo di lavoro da calendarizzare con frequenza in agenda”.

Sul Mes non desisterete?
“Assolutamente. A maggior ragione se sarà necessario intervenire con un Decreto Ristori ulteriore rispetto all’ultimo e poi con uno scostamento di bilancio. Garantire le migliori risposte sanitarie a tutti i cittadini ben oltre l’emergenza che ci assilla lo ritengo tra gli obiettivi strategici. È necessario costruire, insieme, un Piano straordinario di interventi che sul breve e medio periodo dia ai cittadini e alle persone più fragili le risposte che servono. Come, ad esempio, la necessità di garantire la più ampia gratuita vaccinazione anti-covid per tutti quando il vaccino sarà disponibile. Se questo tema non lo affrontiamo subito, rischiamo che ci travolga e di gestirlo malissimo”.

Indispensabile il dialogo con l’opposizione e con quali modalità?
“Che sia indispensabile l’ho sempre pensato. Così come ritengo che il Parlamento sia il luogo per eccellenza del confronto e della discussione tra forze politiche diverse più che tra maggioranza e opposizione. Se sono opportune altre modalità, si individuino. Non per i titoli del giorno dopo, ma perché serve al Paese. Sarà forse una mia ossessione, ma ritengo che questa debba essere la priorità di tutti. No a gratuiti divertissement e al rischio del navigare a vista”.