Bielorussia, opposizione torna in piazza per protestare. Lukashenko allerta i militari

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Per la seconda domenica consecutiva, la Bielorussia si prepara a manifestazioni di protesta, convocate oggi dall’opposizione contro l’uomo forte Alexander Lukashenko, a due settimane dalla contestatissima elezione che gli ha consegnato il sesto mandato presidenziale consecutivo: elezioni che l’Unione europea ha dichiarato ufficialmente di non riconoscere. Appoggiate simbolicamente da manifestazioni di solidarietà che si svolgeranno oggi nella vicina Lituania, che ospita nel suo autoesilio la candidata d’opposizione Svetlana Tikhanovskaya, le opposizioni sperano per lo meno di ripetere l’exploit di una settimana fa, quando riuscirono a mobilitare almeno 100 mila persone in una pacifica manifestazione a Minsk. Lukashenko, apparso in mimetica a Grodno, vicino al confine polacco, ha messo l’esercito in stato di allerta, chiamando i suoi alla “difesa della nazione”. E denunciando, come aveva già fatto domenica scorsa, l’azione di forze e potenze “straniere” nel suo Paese e pressioni da parte delle forze Nato, obbligando l’Alleanza atlantica, come già la settimana scorsa, a smentire di aver concentrato truppe al confine bielorusso. Dopo le brutali repressioni dei primi giorni di protesta, con due morti e almeno 7.000 arresti, nell’atteggiamento di Lukashenko nei confronti delle manifestazioni, dopo le proteste giunte da molti Paesi occidentali, sembra prevalere un maggiore ‘laissez-faire’, almeno formale.