Boccia: “Le linee guida? Se servirà siamo tutti pronti a cambiarle”

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Chiuso l’accordo con tutti i governatori salvo il campano Vincenzo De Luca, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia tira un sospiro di sollievo. Insieme alla titolare Azzolina e al collega alla Salute Speranza ha dedicato gli ultimi giorni a tentare di comporre un puzzle di richieste e opposizioni. Fino al compromesso: «Serviva tempo. E pazienza».

Il presidente De Luca valuta «Irresponsabile il voto il 20 settembre».

Boccia replica fiducioso: «Infatti ha sbagliato il tavolo di mediazione: insiste sulla data delle elezioni, ma cosa c’entra con le linee guida della scuola? Non ha firmato anche le riaperture di maggio: le cose sono andate bene lo stesso, sarà così anche questa volta».

Consiglio piuttosto al presidente De Luca di preoccuparsi di sostenere i comuni, a cominciare da Napoli, perché i lavori di adeguamento ricadranno soprattutto su di loro».

Sulla cifra stanziata il ministro chiarisce «Sono già stati stanziati 4,6 miliardi, ora se ne aggiunge uno da finanziare con uno scostamento di bilancio che dovrà votare il Parlamento. Bisogna andare indietro di decenni per trovare investimenti così cospicui sulla scuola».

I presidi delle scuole chiedono indicazioni precise. «Le linee guida non sono intoccabili e niente è imposto: saranno loro, sul campo, a dirci se qualcosa va cambiato, e lo aggiusteremo. Con i ministri Speranza e Azzolina abbiamo concordato che due settimane prima dell’inizio della scuola faremo una valutazione».

Sui rapporti con le Regioni aggiunge: «Sono ottimi. Abbiamo gestito insieme il momento più drammatico della storia della Repubblica. Ovvio, poi ogni regione è animata da interessi del suo territorio e dinamiche politiche, soprattutto quando si avvicinano elezioni».

Il presidente Bonaccini chiede “2 miliardi o chiudiamo i rapporti istituzionali”. Boccia valuta la richiesta legittima. «Bonaccini fa il presidente della Conferenza delle Regioni, con sei regioni al voto, maggioranze politiche diverse, la necessità di tutelare interessi diffusi… È un lavoro molto complesso».

“La loro richiesta è legittima, perché chiedono risorse venute meno per via della crisi, gran parte del governo è d’accordo ad accordarle. Ma c’è un confronto aperto».